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Protagonisti di questa truffa ai danni dei sistemi informatici di Gtech s.p.a. - cioè Lottomatica - due fratelli romani, Giorgio e Stefano Morroni di 43 e 47 anni, che erano ai vertici di una organizzazione criminale che, grazie al fatto che Stefano Morroni aveva facoltà di accesso ai sistemi informatici di Lottomatica in quanto consulente informatico esterno della società che fa parte dei concessionari coinvolti nella gestione dei giochi pubblici, ha potuto mettere le mani su un milione e mezzo di euro realizzando false vincite online. Le indagini sono scattate grazie alla denuncia presentata dalla Gtech s.p.a. dopo che un dipendente della società che si occupa proprio della validazione delle vincite, una mattina - inserendo i dati relativi alla prima pratica della giornata - si è accorto che sul database era già presente la validazione di una vincita di ben 500.000 euro. Tale operazione era stata inserita però da un soggetto diverso a quello degli operatori che sono abilitati dalla società ad effettuare le validazioni. Vengono avviate quindi una serie di verifiche, attraverso le quali sono emerse altre false operazioni di vincita sempre provenienti dallo stesso indirizzo estraneo alla società. In pratica, Stefano Morroni accedendo dall'esterno ai sistemi informatici, era in grado di registrare false vincite di importi ingenti. Le indagini della Polizia Tributaria di Roma, hanno portato alla scoperta di una vera e propria organizzazione criminale composta da 10 italiani e un romeno. Il denaro "vinto" illegalmente, veniva fatto transitare su conti correnti di persone fidate che ottenevano il 20% delle cifre versate, un vero e proprio sistema di riciclaggio. Ma Stefano Morroni non si fermava alla truffa delle false vincite: nel mirino anche l'INPS: Morroni sarebbe infatto riuscito ad usufruire delle indennità di Cassa Integrazione anche durante il periodo nel quale collaborava come consulente presso la Getch s.p.a. Un vero "mago" della truffa informatica, che lo ha portato a costituire una società in cui compariva come dipendente ma di cui di fatto era titolare. In questo modo, facendosi passare come lavoratore in cassa integrazione, riusciva a percepire le indennità pur continuando a lavorare con regolari contratti di consulenza. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 00:44:05 |
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