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Charb scriveva: “Non c’è niente da negoziare con i fascisti. La libertà di ridere senza alcun ritegno la legge ce la dà già, la violenza sistematica degli estremisti ce la rinnova. Grazie, banda di coglioni”. Le immagini che hanno fatto il giro del mondo e riprese da uno dei giornalisti del giornale satirico Charlie Hebdo, non hanno altro da dire se non la sconcertante crudeltà di un assalto che ricorda un’esecuzione sommaria, anche se di sommario c’è ben poco. Chiamiamola Isis, chiamiamolo terrorismo, una banda armata che apre il fuoco in quel modo è la feccia dell’umanità, senza dare colpe a nessuno. Inutile mortificare i gruppi jihadisti, i musulmani, gli oscurantisti, l’Europa è in guerra con l’altra sponda del Mediterraneo e qui da noi si stanno reclutando le nuove leve. Il confronto con l’Islam non è solo una questione di armi o di attentati, qui si gioca con un’identità culturale e una coesione che in Europa sono due concetti troppo fluidi e altalenanti, almeno nei termini in cui l’altra parte del mondo se ne fa scudo e forza. Attentati come quello che abbiamo visto due giorni fa sono destinati a ripetersi, i gruppi sono coesi e decisi nelle loro finalità, non sono arrivati con asce e martello ma con fucili ad lata precisione e potenti, muniti di ferocia e determinazione. Hanno fatto paura quelle immagini rubate, mentre due di loro hanno freddato senza pietà un poliziotto già ferito a terra. Perché sono morti dei vignettisti, viene da chiedersi. Perché come dice Aldo Cazzullo sul Corriere “il contrasto tra riso e integralismo religioso è antico di secoli […]l’uomo è l’unico animale che sa ridere e l’unico che sa che deve morire, quindi è normale che il riso sia l’unico antidoto alla morte e nella mentalità nichilista dell’integralista questo fa paura e per questo deve essere annullato”. Perseguire atti di intolleranza sarebbe come rispondere favorevolmente al gioco che questi terroristi ci stanno porgendo su un piatto d’argento, il gioco dell’odio e dell’integralismo di cui loro stessi sono latori. La nostra cultura fondata sulla democrazia ha ragione di esistere se alla tetraggine si oppongono valori fondati sulla comprensione e sulla tolleranza ma anche sulle regole certe e inderogabili. Si all’immigrazione ma non quella illecita. Si all’accoglienza ma no alla violenza degli scafisti e al giustificazionismo. Arginare i sentieri dell’insofferenza significa creare un terreno di libertà in cui operare e trovare soluzioni ad un mondo che si evolve e si muove sempre più sottilmente. Cellule terroristiche ormai sono diffuse ovunque, il pensiero ha bisogno solo di una rete e una comunicazione invisibile che sfugge a qualsiasi operazione di intelligence. Sono tra di noi e per questo dobbiamo essere più forti, ma non con le armi, bensì con la condivisione di intenti.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:15:10 |
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