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Intervistato dal quotidiano "La Repubblica" Jean-Claude Junker ha dichiarato: "Ho preferito ascoltare, come deve fare un politico convinto che da alcuni Paesi saranno necessari sforzi supplementari. Ma un conto è dire chiaramente come e perché non si rispettano gli impegni del Patto. Un altro è punire con sanzioni e procedure. E d'altronde Italia, Francia e Belgio hanno già inviato lettere con impegni precisi e circostanziati". Sul caso caso LuxLeaks, che lo vede protagonista e per cui in molti hanno chiesto le sue dimissioni da Presidente della Commissione Europea: "Non ho risposto perché quelle che mi rivolgevano non erano domanda ma attacchi personali. La mia posizione è chiara, e l'ho espressa chiaramente durante la campagna elettorale. Secondo me le tasse si devono pagare nel Paese in cui si realizzano i profitti" e prosegue: "Hanno perfino scritto che il mio incontro con Renzi, a margine del vertice G20 di Brisbane, era andato male. E invece è stato proprio l'opposto: è andato benissimo. Se sei presidente della Commissione europea, devi saper ascoltare i Paesi e i loro governi. Devi capire che cosa sta succedendo anche nella politica interna di ciascuno stato membro. Ho fatto la scelta di non sanzionare. Sarebbe stato facile punire i Paesi che non rispettano le regole del Patto: bastava applicare le procedure previste. Ma io ho scelto di lasciarli parlare. E di ascoltare". |
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:06:45 |
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