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Alcuni anni fa, diciamo cinque o sei, per un giornalista affrontare alcuni temi era non solo spinoso ma spesso foriero di qualche prurito da parte di una fascia di lettori Ricordo quando, circa dieci anni fa, iniziai ad affrontare il tema delle Lobby e della massoneria e di quel gruppo di organizzazioni internazionali quali la Trilateral, il CFR, il Bilderberg Group: nella migliore delle ipotesi ero tacciata di “complottismo”. Sollevare la cortina fumogena che ben nascondeva certe realtà era possibile ma diveniva improbabile che una larga fetta di lettori comprendesse ed addirittura accettasse ciò che fornivo come informazione infarcita peraltro di dati e fonti certi. Fu con l’avvento di Mario Monti che le carte furono scoperchiate, la stessa sera in cui al TG1 venne lanciata la notizia del suo insediamento in qualità di Primo Ministro “tecnico” che avrebbe dovuto, con il suo gruppo di ministri “tecnici” sollevare l’Italia non solo economicamente ma anche dall’imbarazzo degli ultimi eventi che avevano come protagonista Silvio Berlusconi. Quella sera, mentre la voce del telegiornale lanciava la notizia, nel sottopancia – quella scritta che scorre in basso sullo schermo – recitava: “Mario Monti, membro del Bilderberg Group…”. Ricordo perfettamente il tutto che il mio cuore fece. Per la prima volta nella storia giornalistica d’Italia e forse del mondo intero, veniva data notizia certa dell’esistenza del Bilderberg Group, quell’Organizzazione internazionale di lobbisti di cui avevo per anni scritto e che per anni aveva acceso polemiche intorno al mio nome, alla mia sanità mentale e alla mia “visione complottistica” del mondo. Corsi a scrivere un articolo che, ancor oggi a distanza di quattro anni, è in testa all’indicizzazione di Google: il titolo è “Mario Monti, Bilderberg e il Nuovo Ordine Mondiale” e se nella casella di Google scrivete “Mario Monti Bilderberg” o “Mario Monti massone” appare ancora indicizzato nella prima pagina. Motivo di tanto successo del mio articolo, fu quello di poter confermare ancor più nettamente l’esistenza di organizzazioni che decidono le sorti del mondo, oltre al fatto che anche l’allora semisconosciuto professor Monti ne facesse parte. Per un lungo periodo di tempo, continuai a scartavetrare quella cortina e potei rendere edotti i lettori di altre verità tenute saldamente segrete. Mediamente la gente cambiò prospettiva, iniziò a credere e quasi nessuno mi diede più della complottista eretica e pure un poco tocca. Quella sera, non potevo immaginare che un giorno tutto ciò sarebbe passato nella totale indifferenza perché reso totalmente “normale”. Pian piano, la politica nazionale e internazionale ha fatto si che s’inserissero nella quotidianità i concetti di lobby, di casta, di massoneria, di controllo dei popoli e tutti quei temi che per anni erano stati sapientemente occultati al punto che nessuno poteva credere che il potere mondiale potesse ordire una così estesa rete organizzata per gestire la gente, la finanza e la politica mondiale. Contemporaneamente, sono state aperte le cataratte della realtà politica nazionale e mondiale: scandali, ruberie, inciuci, corruzione, patti… Ogni giorno un nuovo elemento. Un nuovo atto. Un nuovo scossone alle convinzioni scriteriate delle masse. Quelle masse che ancora credevano in qualcosa e in qualcuno. Violentate quotidianamente dalle azioni illegali del peccatore di turno. E’ in quel periodo che la gente avrebbe dovuto insorgere, ma l’impatto fu così pesante, così costante, che l’abitudine entrò in atto molto prima della comprensione degli accadimenti. Per non soffrire, per non restare soggiogati dal terrore, per non dover ammettere di esser stati fessi fino al midollo, gli esseri umani hanno preferito accettare. Per poi relegare nel comparto della lamentela sterile tutto ciò che una mente funzionate dovrebbe registrare subito come elemento di pericolo. L’abitudine a certi comportamenti ha sfasciato per sempre la capacità critica della gente. E ha ridotto noi giornalisti che ci occupiamo di alcuni temi, orfani e affamati d’informazioni che possano oggi come oggi sortire una qualche reazione forte da parte di chi ci legge. Guardo sconcertata certe immagini truculente passate sempre più spesso dalla televisione: decapitazioni, sangue, morti. La gente è stata anestetizzata e per generare una qualche reazione è necessario andare a toccare i neuroni adibiti alla decodifica di immagini orribili. Pochi si rendono conto che contemporaneamente, è stato fatto in modo che certi temi non sortiscano alcun effetto evidente persino fra coloro che una qualche capacità critica hanno conservato. Piegati psicologicamente e concretamente dal tema della grande crisi economica e finanziaria, la maggior parte della gente si rianima solo quando qualcuno spara qualche slogan propagandistico al cui interno compaiano parole quali “Posto di lavoro”, “meno tasse”, “riforma”. Per spegnere il cervello pochi attimi dopo, con gli occhi incollati alla tv a vedere da vicino come si muore decapitati o – per i meno forti di stomaco – girando subito il canale televisivo per ingozzarsi di parole, musica, concetti e suoni. Noi poveri giornalisti dobbiamo sgobbare parecchio per trovare qualcosa di davvero nuovo e interessante da raccontare con la speranza di riaccendere l’interesse e gli animi dei nostri lettori. Mi appaiono migliori i tempi in cui mi beccavo della “matta complottista” del piattume attuale… |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:11:57 |
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