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La “Buona scuola” presentata da Matteo Renzi in conferenza stampa, dinanzi a tutti i giornalisti nazionali e internazionali, ha portato questi ultimi a scoprire un sistema scolastico che fa acqua da tutte le parti. Per giorni i giornalisti, ma a dire il vero non solo quelli internazionali, ma anche quelli italiani, si sono domandati come funzionasse il sistema di assunzione all’interno delle scuole statali italiane, senza venire a capo di nulla. Impazziti dall’annuncio che entro il 2015 nelle scuola italiana verranno eliminati tutti i precari esistenti, i più intelligenti hanno cominciato a farsi domande serie e a cercare reali soluzioni, o meglio, hanno cominciato a spulciare le varie normative attinenti al lavoro, che sono state approvate dall’UE. In una di queste, precisamente la direttiva del Consiglio Europeo del 28 giugno 1999 n. 70, nella clausola 5. si prevede che tutti i Paesi membri, quindi anche l’Italia, non possano effettuare contratti di lavoro a tempo determinato per più di tre anni. Insomma, lo stato italiano non può assumere a contratto a tempo determinato una persona per più di tre anni, altrimenti viola la normativa. Inoltre, questa normativa, è stata recepita in Italia tramite il Decreto Legislativo n. 368 del 6 settembre 2001. Il non rispetto della normativa da parte di un paese membro, fa partire delle sanzioni verso lo stato che le ha ignorate. E a dirla tutta, l’Italia ignora questa normativa da 13 anni, conoscendone bene le conseguenze. Tenuta sotto banco per anni, i vari governi che si sono succeduti, hanno sempre promesso che avrebbero eliminato questa instabile copertura di posti di lavoro, assegnando finalmente ai precari della scuola, un contratto a tempo indeterminato, andando a coprire i posti che restano vuoti. Renzi, in questo caso, non ha potuto promettere nulla, anzi, si è appropriato di una normativa per fare propaganda politica. Come dire, ha solo cercato di tirare acqua al suo mulino, per avere consensi e favori dall’elettorato. Da una più attenta analisi, si scopre, in definitiva, che è possibile fare ricorso all’Ue, proprio per la violazione a questo diritto dei cittadini. Alcune pratiche sono già partite e nei prossimi mesi, se ne prospettano altre per cui i precari possono ricevere un contributo in denaro pari a tutti i mesi in cui non hanno percepito lo stipendio da contratto a tempo indeterminato. Lo spettro di un evento del genere, appoggiato sicuramente dall’Ue, viste le violazioni alle direttive emanate nel 1999, ha posto l’attenzione del presidente del consiglio Renzi proprio sulla scuola. Infatti, lo spreco di denaro che si annuncia, sarà maggiore di quello che l’Italia avrebbe pagato assumendo i precari anno per anno. Un po’ come la situazione dell’anno scolastico 2012/2013, quando lo Stato italiano si rifiutò di assegnare insegnanti di sostegno ad alunni aventi diritto per colpa dei tagli alla scuola. I ricorsi dei genitori, sono costati allo Stato il doppio dei soldi che avrebbe speso se avesse concesso i loro diritti. Chissà, temendo per la sua futura carriera politica, Renzi ha deciso di porre fine al precariato attribuendosene anche il merito. La volpe Renzi conosce bene la situazione in cui si muove e la mentalità del popolo italiano. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 25/11/2024 19:32:45 |
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