Ivano De Matteo firma la regia, ma anche la sceneggiatura, insieme a Valentina Ferlan de “I nostri ragazzi” liberamente tratto dal romanzo di Herman Koch “La cena”, dirigendo sulla scena Alessandro Gasmann, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio, Barbora Bobulova e i giovani Rosabell Laurenti Sellers e Jacopo Olmo Antinori. Una produzione Rodeo Drive e Rai Cinema, in uscita nelle sale cinematografiche il 5 settembre.

Come descritto dallo stesso regista, “La Cena” romanzo duro e sin troppo sincero, lo aveva ispirato, portando ancora una volta l’attenzione del regista sulle situazioni familiari. Se prima aveva permesso a elementi estranei di far esplodere il nucleo familiare, spesso solo specchio di una verità che si presenta come quella che si vuole mostrare all’esterno, adesso, con questo film, ha provato a raccontare cosa può capitare se è un membro della famiglia stessa che provoca il disfacimento della stessa.

Il film racconta di due fratelli, diversi tra di loro come il giorno e la notte, presi nelle proprie carriere e diversi nel modo di affrontare la vita e le divergenze. Entrambi affiancati da mogli che li completano, ma che fra di loro non si sopportano. I quattro si incontrano una volta al mese per stare insieme a cena, in un ristorante, dove si raccontano di tutto, tranne di cose importanti.

Il clima e le sensazioni di appartenere ad una particolare categoria di persone, tra cui le coppie per anni si sono divise e contraddistinte, si sgretola quando un filmato mostra il comportamento dei due figli, non solo cugini, ma anche amici.

È questo apparente appartenere alla propria categoria di perbenismo si capovolge nel momento in cui, a diventare prioritario, sono proprio le questioni fondamentali che riguardano il senso della vita e della convivenza, non solo familiare, ma anche sociale.

Ecco, allora, che si intersecano le vite, risalgono in superficie antichi rancori, ma si mostrano anche le differenze tra il pensiero e l’azione. Un capovolgimento frutto dell’indifferenza dei due giovani, che non riescono a comprendere il peso reale del loro gesto, nonostante l’appartenenza alla famiglia “per bene” che ha consegnato tutto nelle loro mani.

Uno spaccato che fa riflettere su quanto realmente si possa conoscere, sapere e accettare sul comportamento dei propri figli, sulle loro vite e su quanto hanno appreso all’interno della propria famiglia.

Il film crudo e diretto, non lascia ambito a recriminazioni sul rapporto tra genitori e figli che esce dal racconto. Ci sono troppe frasi non dette, troppi momenti lasciati a loro stessi, come ci sono troppe spiegazioni rimandate a domani. Un atteggiamento che davvero ci fa chiedere se conosciamo “I nostri ragazzi”.

Ottimo il cast e belle le musiche che accompagnano le scene, sempre attente ai momenti che stanno vivendo i protagonisti, in una continuità con il racconto. Un gran bel film che tiene lo spettatore attento, mai monotono ne superficiale e con qualche piccola battuta per far ridere e sorridere, come accade nella vita vera.