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Storie d Italia tra turismo e vandalismo

Storie d Italia tra turismo e vandalismo
Autore: Susanna Schivardi - Redazione Cultura
Data: 13/08/2014

Durante l’estate fa caldo e il caldo a volte fa male alla testa. Calori bollenti e voglia di evadere si confondono con l’estasi di fronte alla bellezza e il rispetto che va farsi benedire. Rispetto verso i luoghi, verso le persone che di quei luoghi fanno tesoro e verso chi verrà dopo e troverà i segni di un vandalismo senza storia e senza futuro.

Un presente immediato sciocco e bizzarro che mette in crisi operatori del settore oltre a scatenare riflessioni non tanto sul come ma soprattutto sul perché. Perché un olandese, un tedesco, un brasiliano e un francese – e li nominiamo tutti per non essere intolleranti  verso un’unica origine – arrivano in Italia e gli viene in mente di scalfire, danneggiare o addirittura trafugare le nostre meravigliose opere d’arte, che non sono solo bene italico ma anche e soprattutto bene mondiale.

Ce le invidiano in tutto il pianeta le nostre tanto famigerate bellezze, il Colosseo, Pompei, le Ville partenopee, la scultura, i fregi, le strutture miracolose che secoli orsono l’umanità ha saputo regalarci. E pur nella profonda ammirazione, il turista di turno non si trattiene e sfregia. Sfregia su un muro antico o su un monumento storico e sfregia, senza rendersene conto, anche la sua memoria, il suo passato, la sua ricchezza interiore.

E’ accaduto da poche ore, una coppia di innamorati, lui olandese di 25 anni e lei tedesca di 26, si sono divertiti a incidere i loro nomi su un graffito dell’Anfiteatro Flavio. Un nome che volete che sia. Eppure quel nome che non importa assolutamente a nessuno è andato a deturpare un pezzo di muro che nessuno saprà mai più ridarci nella sua integrità. Altro episodio è accaduto il 4 agosto, a Pompei, un turista francese tentava di trafugare un reperto archeologico.

Anche questo colto in flagrante è stato portato via dalla Compagnia di Torre Annunziata. A Maggio, sempre al Colosseo, un sedicenne brasiliano ha inciso, sul muro della terrazza Valadier che affaccia sull’anfiteatro, una semplice M. Sono intervenuti i Carabinieri ma ormai il danno era stato fatto. Lo scorso 17 marzo invece un 15enne canadese voleva portarsi via un souvenir dal Colosseo dentro ad uno zaino, ma grazie alla foto di un turista, il servizio di vigilanza lo ha fermato e il reperto è tornato “a casa”.

Non c’è da sorprendersi se spesso si tratti di ragazzi molto giovani, se proprio l’11 gennaio scorso padre e figlio di 45 e 12 anni si sono divertiti a lasciare traccia del loro viaggio nella Roma Imperiale, trascrivendo il nome su un muro laterizio risalente al periodo fine ottocento- inizio novecento mentre il padre faceva da palo, all’interno del Colosseo, al piano terra. Il bambino era appena riuscito a incidere le prime due lettere del suo nome, quando il personale della Soprintendenza ha allertato i Carabinieri che hanno denunciato il padre e portato via il dodicenne, segnalandolo alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni, per atto vandalico.

Complice la cattiva educazione se un padre diventa foriero di esempi riprovevoli, complice l’incompetenza dei visitatori, complice l’arroganza con cui ormai si compie ogni gesto, in un mondo dove sembra essere tutto lecito. Gettarsi in una fontana storica per rinfrescarsi dal caldo torrido o sfregiare un patrimonio artistico senza valore, è diventato come passeggiare per le vie del centro ed entrare in una boutique, magari per cercare anche di rubacchiare qualcosa.

“Tanto se mi vedono e mi prendono non mi fanno niente” pensano i turisti quando arrivano in Italia. Complice la tolleranza delle nostre autorità, la mancanza di personale nei luoghi d’interesse culturale, se si pensa che al Colosseo c’è un vigilante per ogni 2500 visitatori. Fa sorridere il paragone con altri paesi, dove se calpesti un’aiuola privata o getti una carta per terra ti multano.

Se poi qui, in Italia, un padre e un figlio sfregiano il Colosseo, dopo essere stati fermati, se ne vanno incolumi. Il risultato di una politica troppo permissiva? Che i due innamorati si ricorderanno per sempre del loro viaggio romantico ne siamo certi, perché l’Ivo (il nome di lui per intero)e l’Ha di Hatice (il nome di lei), faranno il giro del mondo sui social e magari, a casa loro, mostreranno i selfie scattati davanti al graffito. E gli amici, sicuramente, rideranno e avranno voglia di venire in Italia e fare altrettanto.




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