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Uno dei temi più dibattuti in tutti gli ambienti - istituzionali o meno - di questi ultimi anni, è quello relativo alla violenza, principalmente ai danni delle donne.
Non che non esistano casi di violenza contro gli uomini, ma sono così numericamente pochi da non suscitare l’interesse generale. In effetti: quanti casi di cronaca vedono protagonisti poveri uomini maltrattati o uccisi da donne? Centinaia le vittime ogni anno. Donne uccise da mariti, amanti, ex. Uomini che non hanno sopportato di essere lasciati o che “semplicemente” non sopportano che le donne abbiano un ruolo significativo all’interno della società e del nucleo familiare. Le cronache nazionali, riportano con certosina precisione tutti i casi di omicidio o “femminicidio” come si usa dire oggi e vengono anche realizzati format televisivi in cui si raccontano i particolari di questo o quel delitto. Ben venga tutto questo. Sensibilizzare l’Opinione Pubblica su questo tema è cosa ben fatta e serve anche a sensibilizzare le Istituzioni affinché realizzino Leggi sempre più dure nei confronti di chi si macchia dell’atroce delitto dell’omicidio. Va ricordato che stanno divenendo sempre più frequenti casi in cui l’uomo uccide non solo la donna ma anche la prole. Quasi a voler cancellare di netto un periodo della propria esistenza che non ha avuto il decorso che si sperava. C’è però un tema che viene poco o per nulla dibattuto e che invece andrebbe trattato con la dovuta attenzione e risonanza mediatica: quello della violenza psicologica contro le donne. La violenza psicologica è un dramma vissuto da milioni di donne ogni giorno, ma che non viene sollevato come problema sociale in quanto è un tipo di violenza subdola, dai contorni poco netti e quasi sempre difficile da raccontare e spiegare Ma cos’è la violenza psicologica e come avviene all’interno delle mura domestiche? Esistono molte tipologie di violenza psicologica: si va dal metodo del dissenso verso tutto ciò che la donna dice o fa, alla privazione della libertà individuale che spesso viene scambiata per gelosia, quando in effetti si tratta di casi di possessività che nulla hanno a che vedere con l’amore, all’isolamento della “vittima” cui viene negato il contatto con elementi esterni alla coppia e di conseguenza la creazione di un network di persone che fungano da punto di riferimento esterno. Riconoscere in tempo i sintomi della violenza psicologica non è mai facile. Molto spesso gli uomini che la mettono in atto, appaiono come persone miti, rassicuranti. Il problema risiede proprio in questo tipo di atteggiamenti che a prima vista traggono in inganno non solo la vittima ma anche e soprattutto la famiglia e gli amici. Se è vero che non bisogna soprassedere a uno schiaffo, come consigliano le tante campagne contro la violenza alle donne, è bene anche ricordare che l’annullamento della propria persona e della propria personalità ha la stessa valenza e pericolosità della violenza fisica. Anzi: a volte la violenza psicologica è più pesante da sostenere in quanto quasi impossibile da raccontare e denunciare. Da uno schiaffo si può scappare, ma come farlo di fronte a comportamenti che si espletano all’interno del nucleo familiare, sempre al riparo dalla critica di persone esterne? Perché è così che si realizza la perfetta violenza psicologica: al di fuori della coppia tutto sembra procedere a gonfie vele. Il dramma viene tenuto sapientemente nascosto fra le mura domestiche. Come comprendere se si è vittime di un orco che non picchia ma distrugge l’esistenza? Mancanza di dialogo, negazione alla comunicazione, mancanza di gesti di affetto e di sostegno nei momenti di fragilità della donna e nei momenti delicati della vita, non ascolto delle necessità della compagna, violenza verbale, irascibilità… Sono solo alcuni degli elementi da prendere in considerazione per prendere atto di un vortice di violenza psicologica dalla quale è necessario uscire. Oggi come oggi, esistono molti centri di ascolto per donne che si trovano in questa situazione. Uno dei primi passi che mi sento di consigliare è di contattarli e iniziare un percorso di sostegno psicologico. E’ un gesto dovuto nei confronti di se stesse ma anche, in presenza di figli, dei propri cari. E per gli uomini violenti? Dovrebbero avere la capacità di accettare di avere un problema e decidere di voler provare a risolverlo. Ma sarebbe come chiedere a Satana di riconoscere di essere il Male. Per tutte le donne che vivono la violenza domestica e hanno voglia di parlarne, offro la possibilità di scrivermi per raccontare la loro storia. Sarà così possibile realizzare un volume che descriva la violenza domestica al fine di poter dibattere anche in sede istituzionale su un tema così poco argomentato e affrontato.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 15:44:58 |
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