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Non ricordo, andando a ritroso con la memoria, un periodo storico nazionale in cui la popolazione italiana non si sia eretta – più o meno compatta – contro la nazione in cui è nata, cresciuta e pasciuta.
Da che ricordo di aver memoria dei fatti, l’italiano medio è il maggior elemento di ostilità contro le istituzioni, i partiti politici, il vicino di casa. L’Italiano ne ha per tutti, nessuno escluso. Tranne se stesso. Individualmente, si ritrae come “cittadino modello” di una nazione di corrotti e imbastarditi “potenti” che distruggono da sempre ogni cosa abbia a che fare con la Libertà, i Diritti e la dignità umana. Unito ad altri “cittadini modello” diviene facente parte di gruppi di facinorosi che a parole combattono rivoluzioni mai davvero intraprese. La ragione di queste rappresentazioni rivoluzionarie realizzate a colpi di slogan e di giornate dedicate a questo o quel tema civile, è quella di sottomettere la cosiddetta “classe dirigente” alla gogna nazionale. La colpa deve essere di qualcun altro, mai del popolo. Peccato che la classe dirigente del paese, come si sa, è frutto dell’incostanza del popolo a rendersi parte attiva nelle attività della nazione. E sia chiara una cosa: “parte attiva” non significa manifestare per le strade del centro cittadino, bensì operare al fine di non doversi ridurre a urlare slogan inefficaci durante inutili giornate di manifestazione della rabbia nazionale. Non sono contraria nettamente all’arma della manifestazione popolare, sono semmai contraria a tutto ciò che il popolo non fa per giungere poi a manifestare per le strade, non traendo altro che l’assoluta indifferenza delle istituzioni. Mi chiedo spesso dove sia il popolo infuriato quando con molta trasparenza – c’è da ammettere – i partiti politici operano contro la popolazione, ora con una nuova Legge ora con una tassa esasperata. E’ tutto così chiaro e trasparente da parte delle istituzioni e da parte dei partiti politici che si sono tramutati in Stato e non più in portavoce dei cittadini come doveva essere, che stento a capire spesso e volentieri, da cosa nasca quella rabbia popolare che sfocia spesso in inutili diatribe fra la “vittima” e il ”carnefice”. Ritengo che la maggior parte della popolazione, non accettando di esser vittima di se stessa, non trovi altro da fare che produrre dissenso nei confronti del fantasma istituzionale: vorrei poter parlare con tutti gli italiani, singolarmente, e chiedere semplicemente: “contro chi e cosa sta vomitando la sua rabbia”? certa che le risposte non potrebbero che confermare un dubbio. Quello che la cittadinanza di fatto, non sappia più individuare un “colpevole” e anche, saperlo collocare nel ruolo e nell’ambiente più opportuno. Porto un esempio: si parla costantemente della riforma del titolo quinto della nostra Costituzione. Devo ancora trovare una sola persona che conosca davvero il contenuto del titolo quinto, che descrive l’organizzazione del nostro paese, legge elettorale compresa. Un popolo convinto di sanare la crisi nazionale e sistemica a suon di slogan senza contenuto, non potrà che ritrovarsi peggio dei giorni attuali. Arriverà un momento in cui ricorderemo questi giorni con nostalgia. Come è sempre accaduto. Senza poter tornare indietro. La Storia dovrebbe insegnare. Il condizionale è tristemente d’obbligo.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 16:58:00 |
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