Un vero tesoro in diamanti e orologi preziosi è stato rinvenuto in un’abitazione in provincia di Frosinone, che era a disposizione di Silvio Fanella, l’uomo ucciso a Roma il 3 luglio scorso. A fare al scoperta del favoloso tesoro, i Carabinieri del Ros che stanno collaborando con la Squadra Mobile sul caso dell’omicidio del tesoriere della “banda Mokbel”, freddato da tre uomini sotto casa a via Gandolfi.

Gli uomini delle forze dell’ordine si sono diretti a Pofi, in provincia di Frosinone e sono riusciti a recuperare, nascosti nel sottotetto, un tesoro che comprende 34 bustine contenenti diamanti, 284 mila dollari in contanti, 118 mila euro, in casa erano presenti anche 5 orologi preziosi, fra cui un Rolex con diamanti incastonati.

Il ritrovamento confermerebbe la posizione di Fanella all’interno delle indagini sull’imprenditore Gennaro Mokbel, tra le cui indagini risulterebbe il cassiere e quindi il depositario dei tesori della banda.

L’uomo era stato condannato a 8 anni nel processo per la maxi truffa a Fastweb-Telecom Italia Sparkle. L’uomo aveva l’obbligo di dimora a Roma, dove viveva, ma era legato a Gennaro Mobkel, imprenditore di estrema destra e legato a numerose inchieste per truffa.

Fanella ha aperto la porta ai suoi assassini, che, secondo le indagini, non erano andati da lui per ucciderlo, ma per un’operazione di sequestro, finita male. Infatti il quarantunenne è stato raggiunto da un unico colpo al petto, che lo ha ucciso.

Ma i misteri sui soldi, sui tesori, sui suoi legami con la banda, sul suo ruolo nelle truffe, non possono che aumentare, tessendo una trama fitta e oscura che si lega con l’economia, la politica, il mondo imprenditoriale.

Per l’omicidio è stato fermato un ex militante di Casapound Giovanni Battista Ceniti, a cui la Dda di Roma ha contestato l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, anche se adesso, con i nuovi risvolti delle indagini, si stanno aprendo scenari diversi.

Sta di fatto che la morte di Silvio Fanella, poteva essere una strage. Infatti con lui erano presenti la cugina e i due nipoti minorenni che l’uomo è riuscito a far allontanare non appena ha compreso che i tre, presentandosi come agenti della guardia di finanza, non erano veri agenti e che avevano cattive intenzioni.

Le indagini continueranno, scavando nella vita privata e lavorativa del Fanella e soprattutto nelle sue azioni di sottrazione e riciclaggio di denaro e nelle numerose inchieste che i pm romani hanno attive nei suoi confronti, cercando di far luce non solo sulla sua figura, ma anche sull’intera organizzazione della quale faceva parte.