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Fino a circa un anno fa, quando si parlava di “Monnezza” ci si riferiva sistematicamente a quella riversata a tonnellate sulle strade di Napoli. A vedere le immagini e a seguire il tormentone “monnezza” (chissà perché “monnezza” poi e non spazzatura) che da ogni testata giornalistica e trasmissione televisiva vomitava la propria ributtante visione catastrofica, si pensava forse che Napoli fosse l’unica Città in cui il servizio di ritiro delle immondizie fosse bloccato in tutto il suo iter soprattutto a causa di inciuci con la Camorra che – come si sa – anche con l’immondizia fa affari. In Italia e all’estero. No, non solo la Camorra. Mi correggo. L’immondizia è un business. Come un altro. Ma è un business anche politico. Un tormentone elettorale come questo, chi se lo farebbe sfuggire? “Puliremo le strade di Napoli in mezz’ora! No: in un minuto”! E giu’ tutti a votare… Una chicca troppo ricca per non buttarcisi a capofitto. Si sa come funziona genericamente la politica: ogni partito si appropria di determinate problematiche sociali. Promette di risolverle per non risolverle mai. Altrimenti, che promettono poi i politici in odore di elezione?... Insomma, d’immondizie a Napoli le strade ne propongono sempre un buon numero di tonnellate. Ormai fanno parte del panorama. Sono certa che molti turisti invece di fotografare il Maschio Angioino si affrettano a fare scatti “creativi” sui mucchi maleodoranti d’immondizia. Forse, sono migliori di coloro che si sono affrettati ad andare a fotografare il relitto della Concordia, con tanto di cadaveri ancora sott’acqua…Potenza della follia mediatica e sociale. Tornando al caso immondizia…Nei tempi in cui non si parlava d’altro che di Napoli e le sue tonnellate d’immondizie e di tutto ciò che ruota intorno all’affaire “monnezza”, politica compresa e De Magistris novello eletto sindaco del capoluogo campano (guarda caso…) io notavo che nelle strade di Roma la situazione, non dico fosse uguale, ma tragicamente simile e in odore (o puzza?) di divenire in breve tempo tragicamente gemella a quella napoletana. Nessuno mi seguiva però. Tutti troppo presi a bestemmiare sulle immondizie altrui. Talmente ammaliati dalle sit-com mediatiche da non accorgersi dei quintali di spazzatura riversati nelle strade della Capitale. Bah… Strana gente gli italiani. Lo dico e scrivo da anni. Insomma, il Sistema per qualche anno ha deciso di rendere importante il caso “monnezza di Napoli” come se nel resto d’Italia da Nord a Sud le strade fossero tirate ogni santo giorno a lucido con la cera. Oddio: in certe città e paesi dell’estremo Nord sembra davvero che ci passino con la lucidatrice sulle strade, ma sono Città e Paesi ex austriaci. Deve essere un “problema” atavico quello di pretendere che un servizio pagato con le tasse dei cittadini funzioni davvero per certe popolazioni… Mica come da noi che per avere un servizio comunale dobbiamo – minimo! – assaltare il palazzo del Comune e rischiare il carcere per tentato omicidio. Al massimo ci consentono il suicidio, ma non è detto che risolva le situazioni. Insomma: dopo tanto parlare e urlare della “monnezza” di Napoli, si accatastavano quintali e poi tonnellate d’immondizie anche in altre Città. Nessuno che se ne accorgesse. Cittadini in testa. Troppo presi dalle monnezze altrui. Ci mancherebbe. A Roma ad esempio, e non parlo di stradine dimenticate di qualche anonima periferia ma di strade centrali, i mucchi si spazzatura emergevano giorno dopo giorno facendo bella mostra anche a beneficio dei sempre tanti turisti che ormai in ogni stagione giungono nella città eterna. Si, è vero: “Roma, sette coli di monnezza”. Si sa che già nell’antichità i romani realizzavano veri e propri cambiamenti territoriali accumulando cocci su cocci e spazzature varie fino a creare vere e proprie colline. Una sorta di modifica ambientale. Ogni paese e ogni epoca hanno i loro vezzi. Ma si continuava a parlare imperterriti della “monnezza” di Napoli e di come e quando si sarebbe finalmente “risolto una volta per tutte il problema” De Magistris qualcosa doveva pure fare, poveretto, nei confronti del proprio elettorale. Lasciate stare che poi la monnezza non è scomparsa. Quisquilie. Pinzellacchere. Insomma: mentre Napoli affondava nella monnezza, i colli di Roma aumentavano. E’ la sintesi del motivo di questo mio editoriale. La nuova realizzazione promette bene, anche se il progetto non è ancora ben definito. Montarozzi d’immondizie oggi invadono tutti i quartieri di Roma. Di conseguenza si pensa che i nuovi colli di Roma saranno dislocati un poco dappertutto. Forse per non scontentare nessuno. Ti pare che le signore di Balduina sopporterebbero di non avere un colle sotto casa e di sapere che al Laurentino 38 ne hanno già realizzati 4? Giammai! E che dire delle discariche romane che non vengono attivate? Le motivazioni? Una per tutte: quella di Malagrotta e il possibile sito di Falcognana sull'Ardeatina, non preso in considerazione perchè infastidiva il residente Onorevole Renato Brunetta, che non voleva nubi tossiche, transito di Camion e balle varie nell’area adiacente la sua mega villa situata appunto, a Falcognana. La motivazione più recente per non risolvere l’ormai grave situazione della spazzatura della Capitale? Un rimpallo fra AMA, Comune e certificazioni. Scadenze dei termini. Cavilli. Intanto Roma diviene una novella Leonia. Una città fondata sulla monnezza. Orde di politici si contendono l’affare, ne sono certa. Per promettere di sanare la situazione “in tempi brevi” ci faranno arrivare la spazzatura fino ai balconi del settimo piano. Ne riparleremo...
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 17:24:27 |
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