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Cala il sipario sulla stagione 2013/14 del campionato italiano di calcio, con la trentottesima ed ultima giornata che da dire aveva veramente poco, se non l’assegnazione dell’ultimo posto disponibile per i preliminari di Europa League. A spuntarla è il Parma, graziato dal Torino che in pieno recupero spreca incredibilmente il rigore che l’avrebbe qualificata in una competizione continentale dopo venti anni. I granata erano messi meglio in classifica, ma avevano anche l’impegno sulla carta più difficile rispetto alle altre contendenti, il Parma e – a dire il vero solo matematicamente – il Milan. Tutto facile per i rossoneri, che in casa contro il Sassuolo già salvo mettono al sicuro il risultato in meno di mezz’ora, con Muntari e De Jong, Zaza su rigore nel finale dimezza lo svantaggio degli emiliani. Ma le speranze degli uomini di Seedorf sono state vanificate al 63’ da Amauri, che entrato da poco segna il gol che lancia il Parma nel 2-0 sul fanalino di coda Livorno (raddoppio ancora di Amauri). Ducali che a quel punto devono solo far finire il tempo e sperare che il Torino non espugni Firenze. Al Franchi è partita vera, nonostante i Viola siano sicuri del quarto posto, irraggiungibili dall’Inter. Succede tutto nella ripresa, al 57’ Giuseppe Rossi trasforma il rigore del vantaggio, dopo 10’ il Toro pareggia con Larrondo e si getta alla disperata in avanti. Ne approfitta Rebic, punta schierata poco da Montella, che in contropiede sigla il gol del 2-1 che al 79’ sembra chiudere i conti. Ma non è così, Kurtic segna una punizione all’84’ che preannuncia un forcing forsennato dei ragazzi di Ventura. Impresa che sembra potersi realizzare al 92’, quando Roncaglia travolge inutilmente in area Barreto – può scatenarsi la dietrologia. Cerci, uomo simbolo del Torino, va sul dischetto ma spreca calciando centralmente, il portiere di riserva Rosati respinge. Termina con le lacrime dell’ala, che a questo punto spera in un riscatto mondiale. Il resto della giornata è solo contorno, l’unica attenzione poteva essere sul record di punti della Juventus, che con il 3-0 al Cagliari sfonda il muro dei 100 punti, chiudendo a quota 102. Un’autorete di Silvestri e le segnature di Llorente e Marchisio nel primo tempo sono il sigillo ad una stagione esaltante – meno in Europa, soprattutto considerando l’eliminazione al girone di Champions per mano del Galatasaray. Unico motivo di disturbo per la festa è il futuro di Conte, il tecnico non è certo di rimanere al timone dei bianconeri. Da dieci in pagella anche l’annata della Roma, demotivata nelle ultime giornate ma combattiva fino a che le è stato possibile. Rivitalizzata dalla cura Garcia, i giallorossi rispondono a due annate anonime ritornando in Champions League dalla porta principale. È vero che il distacco finale dalla vetta è stato di 17 punti, ma le basi per migliorare ci sono, specialmente accumulando esperienza. Ai preliminari di Champions va il Napoli, troppo a corrente alternata quest’anno, in grado di vincere e perdere veramente contro chiunque. Detto del Parma, Fiorentina ed Inter sono le altre ammesse all’Europa League, anche qui con luci ed ombre. I viola avrebbero potuto ottenere di più, ma i troppi infortuni là davanti – giocare buona parte della stagione senza la coppia d’attacco titolare è ardua per chiunque – hanno frenato la rincorsa al terzo posto della squadra di Montella. Senza particolari picchi la stagione dell’Inter, la prima dell’era Thohir. Nerazzurri che hanno posto le fondamenta per la ricostruzione dopo essere rimasti fuori da tutte le coppe l’anno scorso. Bene l’inserimento di alcuni giovani come Icardi, ma se il nuovo patron dall’Indonesia vorrà tornare alla massima competitività serviranno ingenti investimenti. Situazione simile ma con un anno di ritardo nell’altra sponda della città, stavolta è il Milan a restare fuori da tutto. Non basta il tentativo disperato di rimonta – un po’ come 12 mesi fa, ma allora andò bene per Balotelli e compagni – ancora una volta si paga un inizio stagione disastroso. Il cambio in panchina ha ridato regolarità ma non grande gioco, anche qui una rifondazione è necessaria per tornare ai vertici. Altra delusa la Lazio, che dopo la sbornia della Coppa Italia 2013 si risveglia bruscamente. Nono posto, squadra vecchia e con poca qualità, ricambi non all’altezza e tifoseria sempre più ostile alla dirigenza. Con tutto il rispetto degli scaligeri, fare la corsa al neo-promosso Verona (a tratti spettacolare) non poteva essere l’obiettivo di inizio anno. Campionato regolare per le varie Udinese, Sampdoria, Atalanta, Cagliari, Genoa, salve senza patemi e a tratti con qualche velleità in più della semplice permanenza in A. Molto basso invece il livello di fondo classifica, generalmente si parla di quota 40 per garantirsi la massima divisione, all’atto pratico bastano 37-38 punti, quest’anno asticella sempre più giù: al Sassuolo sono serviti appena 34 punti, addirittura 33 sarebbero stati sufficienti e solo per il moto d’orgoglio del Catania, vittorioso nelle ultime tre gare pur già irrimediabilmente compromesso. Il tutto si riflette sull’andazzo del calcio italiano, in evidente difficoltà. Incontrare squadre del genere toglie qualcosa in concentrazione in Europa, dove la competitività è maggiore – il caso Juventus è emblematico. Ancora due partite invece in serie B, dove solo il Palermo è al momento promosso. Empoli, Latina e Cesena si giocano il secondo posto, utile per evitare i playoff, da cui uscirà la terza sostituta di Catania, Bologna e Livorno. Il gruppone di pretendenti agli spareggi è lunghissimo e conta almeno una decina di squadre, in 180’ potrà succedere veramente di tutto. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:52:50 |
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