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A fine 2011 le persone soggette a rischio povertà nell’Unione Europea erano nell’ordine dei 100 milioni, nei prossimi dieci anni se ne potrebbero aggiungere altri 10, ecco perché queste elezioni per il rinnovo del Parlamento dell’istituzione continentale “saranno diverse, la percezione è cambiata anche in un paese storicamente europeista come l’Italia”, dichiara Francesco Petrelli, portavoce del network di Ong Concord, intervenuto la mattina del 5 maggio nell’ambito della campagna “The Europe we want”, occasione di incontro con i candidati al Parlamento europeo nella Sala Cristallo dell’Hotel Nazionale di Piazza Montecitorio. Fino a pochi anni fa, prima della crisi, le maggiori critiche mosse all’Unione erano sul deficit di rappresentanza effettiva, adesso c’è molto altro in gioco, “rischiamo di perdere un decennio di sviluppo ed equità. Da qui l’idea di proporre un nuovo approccio e nuove politiche”, continua Petrelli. Cinque le proposte avanzate nei punti del programma, relative al rafforzamento della dimensione sociale, lotta a povertà e diseguaglianze, all’interno ed esterno dei confini, mantenimento degli impegni economici allo 0,7% del Pil, riforma delle politiche sull’immigrazione e del sistema finanziario. La dimensione sociale dell’Unione Da più parti si sostiene la necessità per l’Europa di cambiare politica, superare l’austerità e sospendere il patto di bilancio per dare spazio a programmi di ricostruzione economica. In particolare i promotori sottolineano l’urgenza di porre l’economia sociale al centro delle politiche attive e di welfare, investire nel sociale, attuare misure per rafforzare i soggetti del terzo settore, promulgare norme per sostenere il diritto di tutti i cittadini a svolgere attività di volontariato. Lotta a povertà e diseguaglianza Il nuovo Parlamento dovrebbe quindi avere il compito di assicurare l’effettiva applicazione delle clausole sociali del Trattato di Lisbona, a partire dalla proposta di Direttiva del Consiglio per l’attuazione del principio di pari trattamento fra le persone, l’adozione di politiche concrete di inclusione lavorativa, fino al contrasto della disoccupazione giovanile, al 23.5% a settembre 2013. Gli impegni economici dello 0.7% del Pil L’Europa, primo donatore globale, deve ritrovare la capacità di giocare fino in fondo il ruolo di leader globale della solidarietà. Andrebbe ripreso l’obiettivo di destinare lo 0.7% del Pil alla cooperazione internazionale così come le iniziative di regolamentazione contro i paradisi fiscali. Le politiche sull’immigrazione Il Mediterraneo non è la frontiera della minaccia, può trasformarsi nell’area delle opportunità se si sarà capaci di cambiare rotta, creando un’area di integrazione euro-mediterranea. Da rivedere i regolamenti di Dublino, da attivare la costruzione di corridoi umanitari per i richiedenti asilo. Inoltre vanno considerati da implementare i programmi di protezione umanitaria e le azioni volte alla tutela dei minori, adottando sempre procedure uniformi. La riforma del sistema finanziario Vanno infine sostenute con forza l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie che porterebbe un flusso di denaro di 35 miliardi l’anno, la lotta all’evasione, la separazione fra banche commerciali e d’affari, la definizione di un tetto retributivo per i manager, la riforma del sistema fiscali a sostegno dei paesi in difficoltà, il cambiamento delle regole di mercato interne puntando a disincentivare il cosiddetto social ed enviromental dumping”, cioè la vendita all’estero di prodotti sottocosto. L’appello è stato sottoscritto da trentuno candidati appartenenti alle diverse aree politiche del nostro paese – anche se con una netta prevalenza di presenze di iscritti alla lista “L’altra Europa con Tsipras”, ben 18. Otto sono del Pd, tre di “Scelta Europea” – alleanza liberaldemocratica – uno a testa per Forza Italia e MoVimento Cinque Stelle. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 00:13:02 |
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