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Tensioni in Turchia per la manifestazione del 1 maggio. Il governo turco era stato chiaro: chi si sarebbe avvicinato a piazza Taksim , nel cuore di Istanbul, l’avrebbe pagata cara. E così è stato. Quello che è avvenuto per le strade di Istanbul è stata proprio una guerriglia, con combattimenti tra manifestanti e forze della polizia. Non solo a Istanbul, ma scontri sono stati registrati anche ad Ankara la capitale. Mentre in televisione veniva mandato il messaggio del premier Recep Tayyip Erdogan, per le strade della città cresceva la protesta e la rabbia dei manifestanti contro il governo, la politica di Erdogan sempre più avviata verso un autoritarismo molto più evidente. Dalle prime luci dell’alba alcuni quartieri erano stati chiusi e isolati, la gente costretta a stare nelle proprie case, a rinchiudersi per restare al riparo. La protesta è nata dalla proibizione di poter sfilare nella piazza simbolo della città e nel ricordo della morte di 36 vittime uccise nel 1977 dalla polizia proprio nella piazza Taksim. Sembrerebbe un fattore deterrente, invece, dal 2007, ogni anno, questa richiesta viene rifiutata e a questo va ad aggiungersi anche la protesta, ormai continua, di buona parte della popolazione contro il crescente potere autoritario del premier Erdogan già contestato a lungo nelle scorse settimane. Gli scontri sono avvenuti nelle vie circostanti la piazza, oggetto del pretesto, dove si sono schierati ben 40mila poliziotti. Sono stati sparati un gran numero di fumogeni tanto da costringere le persone che si erano barricate in casa, a scappare in altri quartieri della città. Oltre ai fumogeni anche molti idranti che sparavano acqua, anche se ci sono state scene di persone che, colpite dal getto, si strappavano i vestiti, a segnalare che nell’acqua c’era anche una sostanza urticante, scene che non sono nuove nel paese turco. Stesse scene nella capitale Ankara, dove, grazie ad internet, si sono potuti vedere dei veri muri smontabili, utilizzati dalla polizia per bloccare le strade, mentre si sparavano proiettili di gomma a distanza ravvicinata, come riporta anche il quotidiano turco Hurriyet. La tensione dello stato turco è sempre continua, e sembra non fermarsi. A fine maggio ricorre il primo anniversario della mobilitazioni di Gezi Parki, che portò sulle strade milioni di persone oppositori ad Erdogan. Ad agosto ci saranno le elezioni presidenziali che vedranno sicuramente il premier Erdogan candidato contro l’ex compagno ora oppositore Abdullah Gull. Non solo, ma in questi giorni lo stesso premier sarà presente all’inaugurazione dell’ex Basilica di Santa Sofia riaperta al culti islamico. Tutte queste tensioni preoccupano non solo il governo turco, deciso ad utilizzare le maniere forti con gli oppositori, ma anche l’Ue, del quale la Turchia desidera entrare a tutti gli effetti. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 08:56:17 |
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