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Sentenza definitiva quella che coinvolge Silvio Berlusconi, affidato temporaneamente ai servizi sociali. In pochi sottolineano che dei quattro anni di sentenza a lui ne verrà applicato solo uno, grazie all’indulto. Oltre a questo, nonostante sia stato condannato a restare nel territorio lombardo, ha avuto il permesso di recarsi a Roma dal martedì al giovedì, come se stesse lavorando al Senato. Il provvedimento del Tribunale di Sorveglianza che ha messo Berlusconi all’affidamento ai servizi sociali, mette in evidenza che l’ex premier ha pagato il risarcimento danni all’agenzia delle entrate e le spese processuali, per questo viene considerato meno pericoloso come "delinquente". Inoltre lui stesso si è messo a disposizione dell’Uepe, ufficio esecuzione penale esterna, per un’attività di volontariato e rieducativa. Un anno da dedicare in strutture per il volontariato. Secondo i giudici, inoltre, tutte le azioni del premier indicano “il riconoscimento della condanna” ed “evidenziano la scemata pericolosità”, anche se in un passo precedente affermavano che “colui che viene affidato in prova ai servizi sociali è ancora persona socialmente pericolosa”. Una serie di dichiarazioni contraddittorie che ne indicano la certa pena per il reato, ma che ne limitano l’effettiva condanna. Si, perché la condanna del leader del Pdl sarebbe, in effetti, la condanna dell’intero sistema politico italiano, non solo relativo alla prima Repubblica, ma anche alla seconda, quella che avrebbe dovuto cancellare l’onta delle mazzette, adesso rese sempre più evidenti e difficili da condannare. Di che se ne dica, Berlusconi resta il solo personaggio politico a essere stato condannato, mentre altri si nascondono dietro facciate e indagini tenute sotto silenzio stampa, come quella che coinvolge il Pd in questi giorni, in un’inchiesta, condotta dall’ufficio della Boccassini su infiltrazioni di esponenti della ‘ndrangheta che a Lecco vede un sindaco e un consigliere Pd coinvolti in quella che viene chiamata inchiesta “Metastasi”, ma ne parla la stampa locale, non i giornali nazionali. Per il momento lasciamo che l’accanimento della rete e delle testate resti verso il centro destra, mentre, da persona non schierata, credo che lo stesso atteggiamento utilizzato dal centro destra, sia presente anche nel centro sinistra. Possono cambiare le persone, ma il modo di far politica, cambierà solo estirpando alla radice determinate dinamiche, ormai divenute parte integrante del pensiero politico italiano. Non si fa politica per servire la Nazione, per essere d’aiuto a chi ha bisogno, si fa politica per soldi, perché è il modo migliore e più semplice di diventare ricchi possidenti senza andare a lavorare, facendo lavorare gli altri per noi. E per far ciò basta avere una bella faccia, un po’ di parlantina, il resto non serve, non servono le idee, non servono le opinioni, tanto, alla fine, tutto va nello stesso calderone.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:03:12 |
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