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Il partito islamico di Erdogan arriva in testa alle elezioni, con una maggioranza quasi assoluta, schiacciando nettamente l’opposizione che ha già fatto sapere che contesterà le elezioni. La prima reazione del presidente Erdogan è stata durissima. Affacciatosi nella notte, dal palazzo dove ha sede il suo partito, ha usato parole durissime contro i suoi oppositori. “C’è chi cercherà di scappare domani, ma pagheranno per quello che hanno fatto”. Ad accompagnarlo l’intera famiglia e il figlio Bilal, protagonista, insieme al padre, di una telefonata intercettata, nella quale parlano di come far sparire “milioni di euro tenuti in casa”. Erdogan non si è fermato a questo, ha anche aggiunto che “la politica delle registrazioni e delle cassette oggi è stata sconfitta”. Il partito islamico Akp si è fermato al 45,6%, meno delle votazioni presidenziali del 2011, mentre l’opposizione vede il partito Chp dei socialdemocratici guidati da Kemal Kilicdaroglu, che ha definito Erdogan un “dittatore” e il “Primo ladro” fermi al 28,8 %, i nazionalisti del Mhp al 15,5% e i curdi Bdp al 4,1%. Ma il vicepresidente del Chp ha esortato i militanti a controllare fino alla fine lo spoglio dei seggi, dicendo che il risultato finale potrebbero riservare delle sorprese e accusando la diffusione di dati parziali, da parte di Erdogan, come risultati finali. La giornata di domenica, dedicata alle votazione Turchia, sembra non ancora del tutto conclusa. Il popolo è stato chiamato a votare alle amministrative, anche se per il governo turco, sono votazioni importanti che precedono quelle politiche che verranno fatte il 10 agosto e dove si andrà a scegliere il presidente. Nei primi scrutini, in avanti il partito del presidente Recep Tayyip Erdogan, in questo periodo invischiato in scandali di corruzione e indebolito anche da rivelazioni compromettenti. Contestatissimo dall’opposizione che in più occasioni lo ha contestato anche con manifestazioni di piazza. Il pericolo di votazioni truccate, ha innalzato la preoccupazione per queste elezioni e migliaia di osservatori civili e dei partiti, sorvegliano costantemente i seggi e i circa 180mila elettori. Il Governo, dal canto suo, ha messo in campo misure straordinarie di sicurezza per queste elezioni precedute da una dura campagna elettorale, che non ha risparmiato veleni e accuse e che ha alzato la tensione politica e civile del paese. Solo a Istanbul, sono stati schierati 40mila agenti a presidio dei seggi elettorali. Questo, non ha impedito scontri e morti nei villaggi vicini. Gli scontri non si sono fatti attendere e la giornata ha registrato anche delle vittime in alcuni villaggi, dove rappresentanti di schieramenti opposti, si sono affrontati. Il bilancio è di 8 morti e una ventina di feriti. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 09:58:05 |
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