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L’ultimo capo di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro, 52 anni, ha un volto nuovo. Ad informare gli inquirenti della trasformazione fisica del boss, ricercato dal 1993, da quando si è reso latitante, un confidente delle forze dell’ordine, che ha avuto contatti recenti con il boss. Immediatamente il Gico della Guardia di Finanza ha elaborato un nuovo identikit dalle informazioni ricevute dal confidente giudiziario. Il boss avrebbe i capelli ancora più scuri e la stempiatura sarebbe più alta, il fisico sarebbe più appesantito. L’identikit elaborato al computer attraverso i nuovi programmi informatici, è stato distribuito a tutte le forze dell’ordine, che da ben 21 anni sono alla ricerca dell’ultimo boss trapanese. Una novità che appare nei confronti delle vecchie immagini del boss, l’assenza di occhiali. Il boss, infatti, è affetto da una grave patologia e in passato è stato curato da un medico spagnolo, nella clinica di Barcellona, nella quale il medico lavora. A confermarlo lo stesso dottore, che ha risposto alle domande degli inquirenti italiani, confermando la patologia grave e ipotizzando che il capomafia sarebbe diventato cieco da un occhio. A mettere sulle tracce del boss trapanese, un pentito, Vincenzo Sinacori, che confermò la malattia del padrino e affermò che l’uomo gli aveva confidato che si sarebbe recato in Spagna per essere curato. Informazione che mise gli inquirenti sulle tracce del medico. Il boss, inoltre, avrebbe rilasciato informazioni con le quali si sarebbe potuto risalire alla sua identità, come la vera data di nascita e il luogo Castelvetrano. Tutto questo, però, non servì a far arrestare l’uomo più ricercato d’Italia. Un uomo che riesce sempre a far perdere le sue tracce, sparendo improvvisamente come i maghi e sicuramente con una rete incredibile di aiuti. Messina Denaro è il figlio del boss Ciccio e cominciò la sua carriera all’interno di Cosa nostra prestissimo. A 14 anni usava le armi da fuoco e a 18, invece, risale il suo primo omicidio, ma di morti, a lui se ne possono attribuire molti, tanti da riempire un cimitero, ha affermato lui stesso. A lui furono attribuiti gli attentati di Roma, Firenze e Milano del 1993. Pupillo di Totò Riina, è stato uno dei maggiori sostenitori della strategia stragista corleonese, anche se è ben lontano dalla vita dei vecchi boss. Soprannominato Diabolik, per il suo amore per il fumetto, è amante delle auto sportive e delle belle donne. a lui sono riconducibili anche diverse operazioni finanziari avvenute in Sicilia, come i soldi per gli investimenti della Despar di mezza Sicilia, sequestrati a Giuseppe Grigoli, re dei supermercati, oltre a quelli utilizzati per le nuove tecnologie eoliche energetiche istallate sull’isola. Ma la primula rossa siciliana si occupa anche di droga, estorsione, appalti, operazioni imprenditoriali e finanziarie. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:08:33 |
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