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Oltre un milione di filorussi ha votato domenica in Crimea per il referendum che ha indicato, con il 95% delle preferenze, la volontà di annettersi alla Russia, abbandonando la politica di Kiev. Un voto che la Russia dava per scontato già alla vigilia e che adesso apre scenari internazionali molto preoccupanti. Vladimir Putin sfida il mondo intero che si oppone ad una soluzione del genere, mentre nella piazza di Nahimov a Sebastopoli la gente è scesa per la strada per festeggiare il risultato del referendum. Hanno sventolato le bandiere russe, cantato l’inno di Mosca e in centinaia hanno gridato “Russia ti amo” e “Siamo tornati a casa”. Non è servito nemmeno il boicottaggio della minoranza tartara che non riesce a bloccare il plebiscito della Crimea. Già oggi sarà presentata a Mosca la richiesta di annessione, quella ufficiale, mentre da giorni Putin con i suoi collaboratori, sta preparando tutti i passi necessari. Dall’altra parte l’Unione europea si prepara alle sanzioni che dovrebbero partire in giornata contro la Russia. Nei giorni scorsi, infatti, una risoluzione Onu è stata bloccata per il veto della Russia stessa e Obama ha chiaramente dichiarato, appoggiato dall’Ue, che il referendum non può ritenersi valido. Tutto infatti, si è svolto con la presenza di forze armate russe all’interno del territorio ucraino e lontano dagli occhi degli osservatori internazionali, tenuti ai confini fino alla fine del referendum. Per le strade i giovani e i vecchi inneggiano a Putin e alla Russia, nessuno osa parlarne male, ne osteggiare quella che per molti è ormai la conseguente annessione alla Russia da parte della Crimea. Sul piano internazionale Putin ha telefonato al suo collega Obama, cercando una soluzione pacifica alla situazione che si è vista creare in Crimea, ma naturalmente mantenendo la decisione del referendum. Il presidente russo ha fatto lo stesso poi telefonando ad Angela Merkel, con la quale ha in atto una trattativa per una missione su vasta scala, degli osservatori Osce. I paesi europei e gli USA condannano la presenza sul territorio, ormai da giorni, di forze armate russe, penetrate subito dopo la liberazione della Timonshenko e la caduta del regime ucraino. Infatti, nelle zone dell’est dell’Ucraina, dove l’esercito russo continua ad allargare le “provocazioni”. Kiev, intanto annuncia una tregua fino al 21 marzo, giorno in cui si riunirà la Duma e si prenderà in esame l’annessione della Crimea, ma in serata arriva la notizia che soldati e mezzi blindati ucraini sono in viaggio verso i confini russi e per questo si teme lo scoppio di una guerra civile all’interno dell’Europa che potrebbe contrapporre, ancora una volta, le potenze militari mondiali, solidali o meno con l’Ucraina.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 09:51:27 |
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