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L’Ucraina nel baratro della violenza, della diplomazia e della sua stessa politica governativa. Dopo la breve tregua della nottata, annunciata ieri sera dal premier Viktor Ianukovich, questa mattina si è tornati a combattere per le strade di Kiev, mentre è salito il bilancio dei morti, anche se qui le fonti sono discordanti, chi dice 65, chi arriva a 100. Evacuati i palazzi che ospitano il governo e il parlamento, piazza Maidan brucia mentre il Presidente ucraino incontrava i ministri degli esteri francese, tedesco e polacco. Secondo il quotidiano britannico Telegraph, alcuni dei dimostranti uccisi negli scontri, sarebbero vittime dei cecchini del governo. La situazione sta aggravandosi notevolmente, tanto che il sindaco di Kiev, Volodimir Makeienko, si è dimesso dal partito delle Regioni del presidente dichiarando di essere disposto a fare qualsiasi cosa per fermare questa repressione. Unanime sale la protesta da parte dei leader della Ue e degli Usa, per il modo in cui è stata gestita la repressione da parte del Governo. L’Ue ha immediatamente indetto una riunione d’urgenza tra i Ministeri degli Esteri dell’Unione che si sono incontrati a Bruxelles per discutere sulle sanzioni che verranno attribuite all’Ucraina. La Bonino che parteciperà per l’Italia, ha dichiarato, prima di entrare in seduta che l'Ue interverrà in modo molto deciso, ma anche graduale "perché "ho come l'impressione che la crisi sarà piuttosto lunga”. Tutti i Ministri sono preoccupati della situazione e gli Usa, per esempio, hanno già inserito in una lista nera di persone indesiderate nel proprio paese, alcuni nomi di personalità ucraine, responsabili delle dure repressioni. Anche la Merkel ha condannato l’escalation delle violenze, soprattutto da parte del Governo che viene ritenuto il maggior responsabile di quello che sta accadendo in queste ore in Ucraina. Sicuramente il prolungamento delle violenze porterebbe a conseguenze maggiori con rischi incalcolabili, in una situazione sociale che attraversa non solo il paese dell’ex unione sovietica. Di tutt’altro avviso, invece, continua ad essere Mosca, che attraverso il Ministro degli esteri Serghiei Lavrov, condanna l’Occidente, soprattutto per ciò che riguarda le sanzioni personali contro le autorità ucraine, rispondendo che sono un “ricatto” nei loro confronti. Qualcosa c’era da aspettarselo, visto che ormai le proteste andavano avanti da mesi e che la diplomazia non è stata in grado di porre rimedio a questa situazione. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:39:13 |
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