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Questo è il secondo anno che l’evento si svolge qui, a Santo Spirito in Sassia, e sicuramente il prestigio del luogo aiuta ad attirare più persone”. Gli stand sono divisi per regione, ciascuna ha presentato i migliori vini prodotti da case vinicole rinomate e note. Tanto per citarne alcuni, dalla Sicilia un ottimo Donnafugata Chiarandà del 2010, e un Nero D’Avola Harmonium del 2012, qualificato come miglior rosso d’Italia; dal Piemonte il Barbera d’Asti Bera rosso del 2010 e il Merum Bellicoso del 2011, vini d’eccellenza con ottimi punteggi. Dal Lazio l’Azienda vinicola Poggio Le Volpi, dal 1996 e già di terza generazione, ha presentato il Donnaluce del 2012, un bianco che si merita 98 punti. Dall’Abruzzo la Cantina Diubaldo Vini ha proposto un ottimo Montepulciano D’Abruzzo Zauott del 2010, che, ci spiega il proprietario “in dialetto significa ragazzo”. Caratteristica la scelta di applicare un’etichetta in stoffa perché “la zona è anche rinomata per produzioni tessili, per questo ci siamo ispirati alla particolarità del luogo, anche se l’etichetta non deve distrarre da quella che è la qualità effettiva del vino, ma sicuramente aiuta ad attirare l’attenzione del pubblico”.
E quindi accanto ad una salsa di lumache ‘alla Cantalupese’ hanno proposto l’accostamento di un vino poco pubblicizzato, un Vermentino di Gallura, Matteu bianco, abbastanza fresco, morbido e con un sapore poco persistente. Per terminare questo percorso attraverso le diverse regioni d’Italia si arriva allo stand del Veneto, che ha presentato un Moscato Passito dei Colli Euganei, prodotto dalla Fattoria Monte Fasolo che, come ci spiega la proprietaria, Gabriella Mazzucato “è un 100% moscato giallo, fior d’arancio docg del 2008”. Le chiediamo come si prepara. “E’ un processo molto complicato – continua la signora Mazzucato – innanzitutto è un vino dalla vita lunghissima. Si raccoglie a Settembre, in cassette altissime e forate. Si pone l’uva su un solo strato lasciando uno spesso margine di aria nella parte alta. Poi in cantina avviene l’appassimento e poiché da noi il clima è indecente – lo dice ridendo – siamo costretti a mettere l’uva a contatto con deumidificatori e ventilatori. In tre mesi di appassimento si perde il 50% del peso iniziale, quindi c’è una resa zuccherina molto alta e il prodotto risulta dolce e profumato. Poi l’uva viene lavorata in solo acciaio e secondo le indicazioni del nostro attuale enologo, si evita accuratamente il legno che altrimenti altererebbe il sapore del vino. Si può abbinare a formaggi erborinati, come pecorini molto stagionati e formaggi blu come il gorgonzola. Per completare l’esaltazione del sapore, ai formaggi si possono accompagnare cereali che smorzano la forza della stagionatura”. La strada per conoscere il vino, i suoi segreti e gustarne tutta la sua immensa ricchezza è ancora molto lunga, ma certamente eventi come questo appena conclusosi possono favorire e incentivare un mondo, come quello del vino e di tutto ciò che lo circonda, tanto antico eppure sempre attuale.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 11/04/2025 22:30:47 |
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