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La fuga di Domenico Cutri’ e’ finita la notte scorsa, quando i Carabinieri del Gis (Gruppo Intervento Speciale), hanno fatto irruzione nel suo covo e lo hanno trovato addormentato. Una fortuna per gli agenti che così hanno potuto evitare un nuovo scontro a fuoco, l’uomo, infatti, dormiva con una pistola 375 magnum carica, accanto al letto. Non aveva fatto molta strada Domenico, si era rifugiato non lontano da Inveruno, nell’Alto milanese, dove risiede la sua famiglia, anche se era ricercato in tutta Italia. Il covo era una palazzina in ristrutturazione dove questi ha dormito e si è rifugiato, era pieno di scatoloni e giornali. L’uomo è stato trasferito immediatamente al carcere milanese di Opera, dove si trova anche suo fratello Daniele, arrestato perché accusato di far parte del commando che lo aveva liberato. I due sono stati rinchiusi in un settore ad alta sicurezza. Domenico Cutri’, dopo essere stato arrestato, si è chiuso nel silenzio. Insieme a lui è finito in manette anche Luca Greco di 35 anni, pregiudicato, ritrovato nella stessa casa dove si stava nascondendo il boss, con l’accusa di aver fatto parte del commando che lunedì scorso aveva liberato Cutri’ a Gallarate, fuori dal Tribunale. Nello scontro a fuoco di lunedì, era rimasto ucciso un altro fratello di Domenico, Antonino, raggiunto da colpi di arma da fuoco degli agenti di polizia penitenziaria che avevano sotto scorta Domenico. L’evaso era stato condannato in appello all’ergastolo per essere il mandante dell’omicidio di un giovane polacco, la cui colpa era quella di aver fatto delle avance alla ragazza del boss. In settimana erano finiti in manette anche gli altri componenti del commando che avevano fatto evadere Cutri’ dal carcere. Quattro erano stati arrestati a Cellio (Vercelli) nel covo allestito dalla banda, uno a Napoli. Gli altri appartenenti al commando erano i fratelli di Domenico Cutri’, Antonino morto nel conflitto a fuoco con gli agenti penitenziali e Daniele di 23 anni, fermato solo due giorni fa. In carcere è finita anche la compagna di Antonino Cutri’, Carlotta Di Lauro, che gli agenti accusano di favoreggiamento, per aver fornito supporto logistico durante l’evasione. La donna è stata irreperibile per alcuni giorni, poi gli agenti sono riusciti ad arrestarla domenica sera a casa dei genitori, dove si era rifugiata insieme al figlio di cinque anni. Il plauso della cattura, in soli sei giorni, dell’evaso e del commando che si è adoperato per far evadere Domenico Cutri’, è da attribuire alla collaborazione tra i carabinieri di Varese, Milano e del Ros (Raggruppamento operativo speciale) che hanno individuato il covo, e il Gis che si è occupato invece, della cattura dell’evaso. Le indagini hanno smantellato tutta l’operazione, gestita dalla famiglia Cutri’. Non a caso sono rimaste indelebili le parole della madre che, quando ha rivolto un appello al figlio evaso, dopo la morte del fratello, lo ha esortato a non farsi catturare. Il padre, invece, alla richiesta di commenti, da parte dei giornalisti, dopo la cattura del figlio, ha solo detto: “Non è il momento, non voglio dire nulla…” In silenzio restano anche i vicini di casa che non hanno voglia di commentare né l’evasione e nemmeno la vicinanza del covo alla casa dove risiede la famiglia. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:32:28 |
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