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“Studia”! Quante volte ognuno di noi se l’è sentito dire nel periodo – meraviglioso – della giovinezza e degli studi? Quando si è giovani, spesso non si comprende la grande opportunità che ci viene data, potendo accedere alla Cultura. Forse, gioca negativamente in tal senso, l’obbligatorietà dello studio che, come si sa nel nostro paese, impone la frequenza fino alla Terza media. Il motivo dell’obbligatorietà allo studio, è da ricercare nel fatto che, fino alla metà del secolo scorso, la percentuale di analfabeti completi era altissima. Di conseguenza e anche per far sviluppare il nostro paese, socialmente ed anche economicamente, si trovò il metodo: imporre ai fanciulli e ai ragazzi, la frequenza alle lezioni. Fu un successo che, seppur inizialmente con le ovvie perplessità degli stessi italiani, radicò negli anni fino a compiere un vero “miracolo” sociale: l’Italia divenne colta. O almeno, percentualmente parlando, molto meno analfabeta di un secolo fa. Ciò, produsse benefici per tutta la nazione. Un aumento del livello sociale e uno sviluppo economico mai vissuti prima nella Storia. Oggi: il livellamento sociale ha portato da un lato miglioramenti per ciò che riguarda la parità fra gli individui. Dall’altro però, una dinamica complessa – sostenuta anche da una sempre più alimentata superficialità da parte delle istituzioni, determinata a suon di tagli al comparto scolastico – ha fatto si che l’onere dello studio sia stato vissuto appunto come imposizione e non più quale metodo di arricchimento culturale e alimento delle capacità mentali e critiche. Non si studia più: è questa la realtà. Non c’è più passione per la Conoscenza. Buona parte dei giovani considera lo studio una perdita di tempo, anche se in alcuni casi hanno persino ragione: la qualità dell’insegnamento è molto scaduta. Perché? Non certo a causa di cattivi professori, semmai a causa della preoccupante situazione di precariato realizzato in una manciata di anni proprio in seno alla fonte della Cultura. Cosa determina questa scarsa propensione allo studio? Una cosa gravissima: la mancanza quasi totale di capacità critica e anche, di farsi un quadro generale delle situazioni che accadono intorno a noi, sempre più complesso peraltro, che metta tutti in grado di fare una cosa molto semplice ma assolutamente determinante per la vita e il futuro di ogni singolo individuo: capire. E di conseguenza, sapere cosa fare e come proteggersi. Soluzioni atte a sviluppare la cultura individuale così preziosa? Poche se non nessuna, se ci affidiamo alle azioni dei governi in carica. Posso semmai elargire un consiglio: considerando lo stupefacente mezzo messoci a disposizione una trentina di anni fa grazie a un nuovo sistema realizzato al fine di far “dialogare” fra loro da remoto gli eserciti governativi mondiali, abbiamo letteralmente il mondo culturale nelle nostre mani. Non ci credete? Eppure, lo state usando proprio in questo esatto istante: si chiama Internet. #sapevatelo
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 16:03:33 |
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