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Alla fine il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon ha optato per l’esclusione dell’Iran dalla conferenza per la pace in Siria “Ginevra 2” – successiva a quella sempre in Svizzera del 2012 – che prenderà il via domani e che dovrebbe entrare nel vivo nella giornata di venerdì. Le motivazioni, secondo quanto dichiarato dal portavoce dell’Onu Martin Nesirky, risiedono nel “rifiuto del governo di Teheran di accettare una transizione democratica” nel paese mediorientale, esprimendo “delusione nelle aspettative di Ban”, già che “è giunta l’ora di far progredire la pace in Siria ma non di aggiungere condizioni”. Sarà invece presente parte dell’opposizione al regime di Assad, che ha ovviamente accolto favorevolmente l’assenza di uno dei maggiori sostenitori del presidente, mentre allo stesso tempo si ritira il Consiglio Nazionale Siriano, proprio per la contemporanea partecipazione dei membri della resistenza rifugiatisi in esilio. Dal canto suo Assad prosegue nella linea dura, rifiutando categoricamente l’ipotesi di un futuro esecutivo di ribelli, contro cui la guerra “durerà molto a lungo”. Dalla parte dell’Iran si schiera soprattutto la Russia, alleato storico della Siria già dai tempi Assad padre ed ora al fianco del successore, che ritiene “un errore imperdonabile” la defezione forzata del regime degli Ayatollah. Ma non solo, timide aperture si erano viste tanto dal Segretario di Stato americano Kerry, visto anche lo stop annunciato al piano di arricchimento dell’Uranio, quanto dall’Unione Europea, che da buon partner commerciale avrebbe preferito Teheran al tavolo dei negoziati – nonostante le sanzioni, l’interscambio economico solo con Italia, Francia e Germania ha un volume di 15 miliardi. Una situazione abbastanza paradossale, che sistema l’Ue allo stesso tempo con l’Iran e con gli “amici del popolo siriano” come l’Arabia Saudita ed il Qatar. Nel frattempo emergono sempre più dettagli sulle atrocità compiute da Assad in un conflitto che ha causato, secondo fonti ufficiali, 130 mila morti, di cui 11 mila eliminati sistematicamente nelle carceri. La testimonianza di oltre 50 mila scatti fornita da un ex membro della polizia statale ora disertore documenta le condizioni disumane che hanno portato a tutti questi decessi. Ne è risultato un rapporto stilato dall’ex procuratore capo del tribunale speciale della Sierra Leone, Desmond De Silva, dall’ex procuratore capo del processo al presidente serbo Milosevic, Geoffrey Nice e dall’accusatore del presidente liberiano Taylor, David Crane, pubblicato dalla Cnn e dal Guardian. Va detto per onor di cronaca che ad aver commissionato tutto sarebbe stato il Qatar, feroce oppositore del regime siriano, insinuando almeno un piccolo dubbio che per quanto il fine possa essere positivo, le motivazioni che hanno spinto all’indagine potrebbero non essere del tutto disinteressate. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 00:23:28 |
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