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Le mani della camorra sui lavori fatti agli Uffizi di Firenze e su altri appalti. È quanto emerge dalle indagini della Guardia di Finanza nell’inchiesta in atto, gestita dal gip David Monti e dal sostituto procuratore della Dda di Firenze Tommaso Coletta, che ha portato all’arresto di sei persone legate al clan dei Casalesi, accusate di associazione a delinquere di stampo mafioso. Tra gli arrestati figura un imprenditore di origini casertane da anni trasferitosi nel Valdarno, dove aveva sede le società indagate. L’uomo, Giovanni Potenza, di 62 anni, in passato era stato condannato perché legato alla nuova camorra organizzata di Cutolo. Un pentolone, nel quale si sono riscontrate irregolarità e strette connivenze tra due imprese di San Giovanni Valdarno, gestite da un gruppo di persone vicine al clan casalese e il clan stesso. A loro sono contestate fatture false, dove sono evase imposte per 3,1 mln in 5 anni di attività. Secondo quanto accertato dalla Finanza, infatti, dal 2007 al 2012, grazie a collaborazioni con altre società dette “cantiere”, perché producevano per loro fatture false, le due ditte sono riuscite ad evadere il fisco e a essere molto competitive sul mercato, grazie proprio ai soldi delle tasse risparmiate che ottenevano da questa operazione. I prezzi che offrivano ai committenti, infatti, erano più bassi rispetto alle altre società che partecipavano ai bandi di concorso o alle richieste di lavoro. Inoltre si garantivano subappalti di ditte che apparivano pulite e non legate alla Camorra. I committenti erano all’oscuro di questo, però, da quanto apparso nelle indagini, i lavori venivano eseguiti rispettando sempre gli standard qualitativi richiesti e per questo, probabilmente, si è dovuto indagare con maggior attenzione. Nel mirino degli appalti i lavori di ristrutturazione degli Uffizi di Firenze, che anni prima erano stati oggetto di attentato da parte delle organizzazioni mafiose, ma anche case di privati cittadini come la villa di Sting. La mano della camorra si allarga non solo ai cantieri edili, ma si riscopre anche nei lavori della Tav fiorentina, oltre al traffico dei rifiuti in Toscana, dove, sempre dalle indagini che si stanno svolgendo in tutta Italia, sempre che il monopolio sia stato, o sia tutt’ora, nelle mani dei Casalesi. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:35:17 |
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