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Ancora un morto per il blocco della stamina

Ancora un morto per il blocco della stamina
Autore: Teresa.Corrado
Data: 05/01/2014

immagine da webAncora un decesso e ancora polemiche sul metodo Stamina. A Sciacca, cittadina dell’Agrigento, è morta Anna La Porta, una donna di 52 anni, con due bambini, in coma dal settembre scorso. Per lei arresto cardiocircolatorio, ma la famiglia insorge, perché anche la donna aveva fatto richiesta per poter utilizzare il metodo stamina di Davide Vannoni e si era vista rifiutare la richiesta dagli Ospedali civili di Brescia. La sua morte si aggiunge a quella di tante altre persone che nonostante abbiano vinto i ricorsi giudiziari per accedere al metodo, muoiono in attesa dello stesso.

Ormai le notizie sul metodo Stamina, viaggiano direttamente sul web libero, dove si cerca di non far pesare il metodo viene considerato per quello che è e non per le disposizioni ministeriali che lo condannano a priori.

Il presidente dell’associazione Sicilia Risvegli Onlus e vicepresidente del Movimento Vite Sospese, Pietro Crisafulli, ha dichiarato che dopo il no da parte degli Ospedali civili di Brescia, avevano fatto ricorso al giudice, ma la lentezza e il caso intricato che sta girando intorno a Davide Vannoni, stanno rallentando le cure compassionevoli che per legge, possono e devono essere somministrate ai malati. “Qui in Italia stanno morendo tutti” è quello che afferma Crisafulli.

Un metodo, quello stamina, che viene utilizzato in tutto il mondo e a pagamento, mentre qui in Italia, di pagamenti non se ne richiedono. Sicuramente una sfida anche alla lobby delle case farmaceutiche, che in altri stati riescono a guadagnare anche su questo.

Molti malati, infatti, sostenuti dalle famiglie e attraverso grandi sacrifici, stanno per rivolgersi all’estero, dove le cure con il metodo stamina, ma con terapie diverse da quelle utilizzate da Davide Vannoni, sono a pagamento. La gente si rivolge proprio a Vannoni per chiedere che faccia chiarezza, o meglio, che risolva il problema venuto a crearsi con il Ministero della Salute, che prima gli aveva dato tutte le relative licenze e autorizzazioni, per poi tirarsi in dietro e denigrare il suo lavoro.

Eppure cartelle cliniche, dimostrazioni video e dichiarazioni degli stessi medici che hanno in cura i pazienti non vengono considerati tali. Il tutto dopo la focosa Conferenza stampa che i genitori di alcuni bambini che avevano utilizzato il metodo stamina, mostrando effetti rilevanti, avevano chiesto ai giornalisti di non divulgare notizie false, ma di leggere cartelle cliniche, documentazioni che ne dimostrano l’utilità. Non solo, ma anche la gratuità del metodo, che in questo modo è disponibile per tutti.

Un caso che somiglia sempre più a quello di Di Bella, medico in lotta contro i tumori, osteggiato nel suo lavoro di ricerca proprio dal Ministero e d'allora ministro Bindi, nella parte che oggi è della Lorenzin. Chiarezza dovrebbe essere fatto in modo veloce, perché qui si parla della vita delle persone e di quella della finanza!




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