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Incredibile vicenda quella che coinvolge Bartolomeo Gagliano, cinquantacinquenne di Savona, serial killer accusato di tre omicidi e di un tentato omicidio, evaso dal carcere dopo un permesso premio. Dal carcere dal quale è evaso, confermano che non sapevano fosse pericoloso. Le ricerche dell’uomo, considerato dalle forze dell’ordine, “molto pericoloso”, sono cominciate ieri, quando l’uomo, alle 6 di mattina, minacciando con una pistola, ha costretto un giovane panettiere, che stava facendo le consegne, a portarlo a Genova. Il giovane ha affermato che l’uomo ha anche caricato sul mezzo tre borse. Arrivati nel capoluogo ligure, ha fatto scendere il giovane in via De Marini e si è allontanato con l’auto, facendo perdere le sue tracce. L’uomo adesso è ricercato per rapina ed evasione. Ad indagare sulla scomparsa dell’omicida, il Commissariato di Cornigliano, mentre il direttore del carcere di Marassi a Genova, Salvatore Mazzeo, si difende dichiarando che non conosceva il precedente da serial killer dell’uomo. All’emittente ligure che lo ha intervistato, Mazzeo, ha sottolineato che il fascicolo in loro possesso risale al 2006 e lo indica solo come rapinatore e che quindi il permesso premio gli è stato rilasciato in base alle disposizioni attuali della legge e alle informazioni che avevano in sede. Il ministro della giustizia Annamaria Cancellieri, ha dichiarato che si farà luce su questo gravissimo episodio per accertare eventuali responsabilità. Ma ci si chiede come mai non si riesca a dotare le carceri e la giustizia, nel 2012, di un sistema informativo informatico che possa preludere qualsiasi caso del genere. Mi sovviene anche il continuo taglio alla giustizia che costringe i Tribunali a scrivere, ancora a mano, documenti che passati in digitale potrebbero essere reperiti in maniera immediata da qualsiasi organo o responsabile di detenuti. Eppure Gagliano non è nuovo a fughe del genere. Il primo delitto risale al 1981 quando uccise una ventinovenne prostituta, Paolina Fedi, sfondandole il cranio con una pietra. Venne condannato a otto anni e trasferito in un manicomio criminale a Montelupo Fiorentino, dal quale evase già nel 1989. Poco dopo uccise un transessuale e ferì gravemente una prostituta insieme ad un complice, Francesco Sedda. “Firma” i suoi delitti con un colpo di pistola in bocca, precisano ancora le forze dell’ordine. Ma la sua carriera criminale è segnata da continue fughe ed evasioni da ospedali psichiatrici, da rapinare, detenzione di armi illegalmente, da spaccio di stupefacenti. È caratterizzata anche da aggressioni ed estorsioni. Un vero criminale violento, proprio com’è stato definito dalla polizia. In ultimo era stato giudicato totalmente infermo di mente.
E' grave che informazioni simili e così importanti non siano pervenute al carcere nel quale era detenuto, sempre secondo le dichiarazioni del direttore, per colpa di un sistema informativo italiano che fa acqua da tutte le parti. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:38:13 |
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