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Mercoledì 11 dicembre, nella Sala degli Arazzi della Sede della Rai di Viale Mazzini si è svolta la conferenza stampa del premio letterario La Giara, organizzato da Rai Eri, edizioni Rai con la collaborazione di tutte le sedi regionali Rai presenti sul territorio italiano.
Si è puntata l’attenzione sull’importanza del Premio La Giara come promotore di scrittura, su tutto il territorio italiano, attraverso ventuno commissioni che leggono ogni manoscritto pervenuto entro la data di scadenza, per poi fare una selezione. I partecipanti, che abbiano non più di trentanove anni, devono mandare un testo inedito che poi verrà valutato da esperti, tra cui Dacia Maraini. Il termine di questa terza edizione è il 31 dicembre 2013. “La Rai sta promuovendo l’attività si scouting anche attraverso emittenti radio e televisive, in modo capillare - sottolinea Luigi (Foto: la nostra inviata Susanna Schivardi con il vincitore Marco Marrocco) Gubitosi – Rai Eri in particolare rientra in un piano di rilancio”. “Il dottor Guardì ci ha lanciato questa sfida importante – continua Luigi De Siervo – per creare una sinergia tra le varie realtà territoriali del nostro paese”. Tra un intervento e l’altro è stato proiettato un book trailer, realizzato dal regista Dino Giarrusso, come simbolo dei canali diversi adottati dalla Rai per promuovere i suoi prodotti. “Parliamo del libro che è contenitore della sostanza delle cose – spiega Gian Arturo Ferrari – e questo libro in particolare è stato scelto perché crea un mondo, inventa qualcosa di nuovo. Il titolo Come le antenne per i passeri evoca una realtà a noi molto vicina. Quella dello scrittore che si chiede se essere antenna come ricevitore di immagini e parole oppure
Michele Guardì (nella foto in basso col nostro Direttore Emilia Urso Anfuso) grande motore dell’iniziativa, ha sottolineato quanto, durante la promozione del premio all’interno dei suoi programmi, lo share si sia alzato. “E’ la prova di come la televisione usando metodi leggeri possa parlare di cose importanti. Se penso a quando da piccolo sognavo di fare televisione, e mi dicevano ‘povero piccirillo’, e poi sono arrivato dove sono adesso, voglio spingere i giovani ad accarezzare il loro sogno, perché questo prima o poi si avvera”. Fabio Troiano, attore italiano, ha letto un brano del romanzo e Marco Marrocco, l’autore, ha voluto aggiungere “sono felice perché sentir leggere le mie parole vuol dire che non sono più mie, sono di tutti. E se la missione dello scrittore è parlare ad un pubblico, allora ci sono riuscito”. Il suo romanzo, tra il realismo e il surrealismo, diatriba ancora aperta tra Marrocco e Ferrari, narra di un pazzo e del suo mondo stravagante. “Se mi danno del surrealista - conclude Marco – dico che prima di fare una distinzione forse è il caso di definire quello che significa e che cosa sia davvero la realtà, il che è molto difficile”.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 06/04/2025 00:33:26 |
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