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A vent’anni dalla scomparsa della pittrice Novella Parigini, nella “sua” via Margutta la galleria “Il mondo dell’arte” ospita la retrospettiva “Novella Parigini. Un mito preannunciato”. Dal 21 al 30 novembre oltre all’esposizione di alcune delle sue opere più rappresentative si susseguiranno una serie di iniziative dedicate all’artista coordinate dalla regista ed attrice Virginia Barrett, che vedranno la lettura di monologhi e poesie tratte dal libro Lorma di Enrico Hullweck su temi femminili ed in particolare di denuncia contro gli episodi di violenza contro le donne. Il percorso scelto per l’occasione parte dal quadro storico degli anni ’50, dagli esordi francesi di giovanissima studiosa dell’esistenzialismo e del surrealismo fino agli ultimi giorni, per circa quarant’anni di produzione che sono andati oltre la passione per i gatti come modelli, caratteristica che - un po’ a torto - più di altre identifica la Parigini verso il grande pubblico. “Ho lavorato con Novella negli ultimi venti anni della sua vita”, ricorda il direttore artistico della mostra Elvino Echeoni, che nel libro “Un mito preannunciato” ha raccolto una serie di testimonianze legate alla straordinaria figura, non ultime le lettere di Gabriele D’Annunzio alla madre Emilia in cui viene suggerito proprio il nome Novella e si accenna ad un talismano “infallibile” regalato dallo stesso Vate, ma di cui nemmeno la figlia Benedetta sa qualcosa. Prototipo della donna moderna, “ogni sua mostra era una festa, ma era anche un esempio, la prima a presentarsi sul posto di lavoro e alle tante iniziative”, aggiunge Remo Panacchia, gallerista e principale promotore dell’omaggio con Echeoni. “È una grande emozione riproporre la sua arte a pochi passi dal suo studio, fra i più importanti d’Europa negli anni ’60. Se Marlon Brando veniva a Roma la chiamava, fece incontrare Sofia Loren e Carlo Ponti, è stata l’animatrice della dolce vita che ispirò Fellini”, racconta Panacchia. “L’ho conosciuta attraverso la figlia”, rivela il poeta Enrico Hullweck, “studiandola ho capito che era una donna che amava manifestarsi attraverso visioni estreme, dai corpi femminili nudi a Madonne con il bambino, fino all’accostamento degli occhi di donna con quelli felini. Imprimeva l’espressione di un mondo che non c’è più”. E in cui non si riconosce più nemmeno la figlia Benedetta, che dalla scomparsa della madre nel 1993 ha dovuto anche lasciare l’abitazione di famiglia, troppo costosa per essere rilevata “nonostante la promessa dell’allora sindaco Rutelli di farci un museo”. Quella che per molti sarebbe stata una vita eccezionale, fra Ursula Andress e Tyron Power, tra Fellini e felini - come un “domestico” non convenzionale, un leone portato a passeggio da un addetto specializzato ogni mattina alle 6.30 in Villa Borghese - per lei è stata semplicemente la “normalità”, ripete quasi ossessivamente Benedetta. Rassegna Donne d’amore Come anticipato, ad accompagnare questi dieci giorni di esposizione ci sarà la rassegna Donne d’amore, organizzata dall’associazione Naschira presieduta da Virginia Barrett e giunta alla quarta edizione. “Tante attrici metteranno in scena letture su temi come il mobbing, lo stalking, la violenza di genere, usando a volte anche toni più spiritosi”. Il focus di quest’anno è sugli sbarchi dei migranti dall’Africa, sul dramma soprattutto di donne con i bambini che rischiano due vite per cercare un’opportunità. A chiudere, il 30 novembre, sarà Sabrina Negri, autrice televisiva per Canale 5, che proporrà una vera testimonianza del cosiddetto femminicidio. “L’abbinamento di questi temi con la Parigini deriva dal fatto che lei fu un’icona della libertà e dei diritti delle donne”, spiega la Barrett. “Come un felino – ritorno costante di uno dei soggetti fulcro – sapeva essere affettuosa ma anche aggressiva quando per difendersi era necessario esserlo”. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:05:23 |
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