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Antonio Mastrapasqua prima scrive a Saccomanni e Giovannini per chiedere la copertura del deficit dell’Ente che sarebbe da ricondurre all’unificazione dei bilanci di più Enti, così che - ad esempio - il deficit acquisito dall’ex INPDAP unito alla contrazione dei contributi causato dallo stop del turnover nel settore del pubblico impiego e all’aumento costante delle spese legate al mantenimento delle prestazioni istituzionali, realizzino complessivamente in bilancio un deficit non imputabile a cattiva gestione. Mastrapasqua scrive ai Ministri Saccomanni e Giovannini “invitando a fare un'attenta riflessione» sul bilancio dell'Istituto che ormai è un bilancio unico, essendo il disavanzo patrimoniale ed economico qualcosa che, visto dall'esterno, può dare segnale di non totale tranquillità”. Il Presidente INPS – durante una relazione in commissione bicamerale – ha affrontato anche il tema relativo al controllo sugli enti previdenziali spiegando come «la genesi della perdita dell'Inps derivi da uno squilibrio imputabile essenzialmente al deficit ex Inpdap, alla forte contrazione dei contributi per blocco del turnover del pubblico impiego e al continuo aumento delle uscite per prestazioni istituzionali». In pratica: L’Inps da tempo accorpa anche Inpdap ed Enpals. Ciò comporta quindi che, alla chiusura annuale dei bilanci i deficit relativi a Inpdap ed Enpals facciano da contraltare negativo ai bilanci effettivi Inps. Per tale ragione Mastrapasqua sta ora chiedendo l’intervento economico del Tesoro anche attraverso la realizzazione di normative ad hoc che garantiscano la razionalizzazione di tutto il sistema previdenziale nazionale. Prima del 2008, era lo Stato che si occupava – in maniera strutturale - delle coperture utili alla gestione Inpdap. Dopo il 2008 e con l’accorpamento dell’Ente all’Inps, la situazione è cambiata e il rischio di passività è l’ombra che scuote ora il Presidente Inps. Mastrapasqua solleva anche la questione legata a quella che sembra essere una delle chiavi di volta del problema: ancor oggi sui bilanci ex Inpdap gravano le uscite legate alle prestazioni istituzionali che – nota Mastrapasqua – non sembrano nella realtà dei fatti corrispondenti al reale fabbisogno: come dire che stanno uscendo molti più soldi di quanto è realmente necessario. Ciò provoca il rischio costante che le coperture previste annualmente non bastino a coprire il fabbisogno realizzando così quei disavanzi che generano poi effetti negativi a cascata. La richiesta di Mastrapasqua? Tornare alla situazione pre Legge Finanziaria 2008. Dopo tutto questo bailamme però, arriva la smetita: il Presidente Mastrapasqua ribadisce che "i conti dell'Istituto sono in piena sicurezza e smentisce ogni allarmismo diffuso dopo l'audizione di questa mattina alla Commissione bicamerale". Insomma: la riflessione è d'obbligo. Il fatto che l'accorpamento con gli Enti in deficit provochi il deficit nei bilanci INPS è semplice da capire pure a uno studente di scuola media. Smentire ciò che è stato detto in commissione bicamerale riportando ora il discorso su questioni di ordine "tecnico" appare essere solo il tentativo di far rientrare l'informazione - gravissima - fuoriuscita a mezzo Stampa. In conclusione: lo Stato non ha versato i contributi. Ha generato deficit. Chi deve coprire il deficit? Lo Stato...Chi è lo Stato al momento di pagare? I cittadini... Fate un pò voi...
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/12/2024 09:19:38 |
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