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Incredibile, ma vero. Questa non è politica, non sono traffici illeciti o concorsi, questo è solo calcio. È calcio che arriva però, alla cronaca, come se fosse un fatto di camorra. Il calcio sottomesso ad un’azione di minaccia che non può essere lasciata a sé stessa. Qualcosa che va oltre lo sport, libero da ogni cognizione restrittiva. Ma si sa, è solo utopia. Accade a Salerno, nella domenica delle partite, quella che lascia molti tifosi attaccati alla radio o alla tv per seguire la partita della propria squadra o che li trascina negli stadi. L’incontro è tra quelli più a rischio per la Campania. Si gioca Salernitana – Nocerina e le tifoserie non sono nuove ad atti violenti, negli anni passati la Nocerina ha sempre dovuto combattere contro i suoi ultrà, cercando di calmare gli animi. Oggi, invece, si assiste alla resa della squadra e del direttivo, dopo che la partita viene sospesa al 20’. Il prefetto di Salerno, in accordo con le disposizioni del Viminale, vieta l’ingresso agli ultrà provenienti da Nocera Inferiore per la partita che è considerata il derby salernitano, ma è anche la partita che potrebbe avere gravi risvolti nell’ordine pubblico. Ma gli ultrà non ci stanno. Per loro partecipare è fondamentale e cominciano le minacce. Minacce che seguono giorni di preparazione, visto che Nocera Inferiore era stata tappezzata da manifesti che invitavano tutti a partecipare comunque alla partita. Un gruppo di circa 200 ultrà arrivano comunque a Salerno e, parlando con i giocatori, minacciano tutti. O si gioca con loro sugli spalti o non deve giocare nemmeno la squadra. Interviene il prefetto e dopo 40 minuti convince la Nocerina ad entrare in campo per giocare, ma la partita dura solo 20 minuti. In questi venti minuti il Nocera fa tutte e tre le sostituzioni che ha a disposizione, poi, uno dopo l’altro, i giocatori cominciano ad accusare malori e a lasciare il campo. Alla fine ne restano solo 6. L’arbitro al 20’ dichiara finita la partita e manda tutti negli spogliatoi. Questa volta ha vinto la paura, hanno vinto le minacce, hanno vinto quelle persone che hanno saputo alzare la voce. A perdere non è solo la squadra del Nocerina, ma è lo sport, il calcio, la società i cui dirigenti si dimettono in massa, la Lega. Un fatto che fa inorridire per la drammaticità della situazione, ma anche per il gesto futile degli ultrà e degli stessi giocatori. Uno sport che scombussola non solo una città, ma l’intera Lega, dove, a vedere le immagini di oggi, ci si deve fermare e riflettere e soprattutto si devono prendere giusti e duri provvedimenti per evitare che casi del genere si ripetano non solo il Lega Pro, ma in tutte le categorie. Le “mafie” nelle loro trasformazioni quotidiane, nel loro essere presente in qualsiasi modo, perché un gesto del genere può essere considerato solo di questa specie, riescono, ancora una volta a impaurire e a sottomettere al proprio giogo i malcapitati. Paura di giocare, come paura di parlare. Ecco quello che è accaduto oggi, l’omertà all’interno del calcio è questa, cedere ai ricatti e fermarsi intimoriti dinanzi a minacce pesanti che vengono fatte alle singole persone. La Lega decide di costituirsi parte civile, ma intanto la credibilità dell’intero calcio italiano decade dinanzi ad azioni palesi o nascoste che avvengono nel nostro paese. E forse, dopo tante altre azioni e indagini che la coinvolgono, si pensa davvero che adesso non ci sia più nemmeno legge all’interno dello sport. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:25:18 |
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