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L’uccisione di Aldo Moro, per anni ha intrigato l’Italia, non solo per l’efferatezza dell’omicidio, ma anche per le presunti e mai comprovate colpevolezze dei vertici dello Stato dell’epoca. Giovanni Ladu, ex sottoufficiale della Guardia di Finanza, è indagato, adesso, per calunni per aver accusato i vertici dello Stato di non aver voluto liberare Aldo Moro anche conoscendone il luogo della prigionia. Il tutto parte da un racconto reso più volte dallo stesso Ladu, alle procure, all’autorità giudiziaria. Secondo l’uomo, originario di Carbonia ed ex brigadiere della Guardia di Finanza di stanza a Novara, dove risiede, tra aprile e maggio del 1978, quando aveva cominciato da poco il servizio di leva, era stato mandato a Roma in via Montalcini in “servizio di controllo e vigilanza” dello stabile dove lo statista italiano era tenuto prigioniero. Secondo il racconto dell’ex militare, sopra l’appartamento erano nascosti i servizi segreti militari che ascoltavano le conversazioni tra Moro e le Brigate Rosse e, sempre secondo l’uomo, i vertici politici dello Stato, ne erano al corrente, solo che non sono mai intervenuti per salvare la vita a Moro, lasciando che, alla fine, le Br lo uccidessero. Un’esecuzione di Stato appoggiata da chi, in quegli anni, deteneva il potere politico. Le indagini affidate ai carabinieri del Ros, hanno però accertato che quelle dichiarazioni sono un falso, che i vertici politici non erano al corrente di nulla e per questo non possono essere accusati del delitto di Aldo Moro, come si è ritenuto per anni. Le dichiarazioni di Ladu, infatti, sarebbero ricondurrebbero ad una inchiesta giornalistica di quegli anni che affermava la volontà politica di non intervenire attivamente nella liberazione dello statista. Le sue notizie, poi, sarebbero state “abbellite” e inviate anche al giudice Ferdinando Imposimato, oltre che alla procura di Novara. Piste false che l’uomo ha continuato a dare agli investigatori della procura di Roma, la quale già nel 2011 aveva archiviato il tutto per mancanza di riscontri reali con le dichiarazioni dell’uomo. Inoltre l’uomo avrebbe continuato a inviare informazioni e memoriali anche sotto il falso nome di Oscar Puddu, spacciandosi per un “ufficiale dell’Esercito”. Per questi motivi Ladu è stato iscritto nei registri degli indagati e la sua casa perquisita, alla ricerca di altre informazioni che possano mettere fine a questo dilemma. Nonostante gli anni trascorsi, le indagini, i depistaggi, l’omicidio di Aldo Moro, resta uno dei grandi misfatti italiani che portano onta sulla politica di quegli anni, intrisa di odio fra schieramenti rossi e neri che si sono affrontati a viso aperto non solo per le strade, ma anche con le stragi, in quelli che vengono ricordati come gli anni di piombo. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:34:13 |
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