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Sebastian Vettel su Red Bull si conferma campione del mondo di formula 1, per il tedesco è il quarto titolo consecutivo: raggiunge nella leggenda personaggi del calibro di Prost e cala un poker come Fangio tra il 1954 ed il 1957. E nel mirino c’è un altro teutonico, un certo Michael Schumacher che nel quinquennio 2000/2004 fece – finora, tra dodici mesi si vedrà – meglio. È dal 2008 che il ventiseienne di Heppenheim costruisce record che puntualmente migliora ogni stagione. In quell’anno, sul volante della modesta Toro Rosso, succursale della Red Bull, riuscì a trionfare su un circuito storico come Monza in un weekend piovoso. Si poteva pensare ad una casualità, agevolata dalle condizioni meteo, non era così. Il più giovane pilota a vincere una gara nel 2010 sarebbe diventato il più giovane iridato, ora il più giovane a farlo per quattro volte di fila. Sempre alla sua maniera, lasciando agli altri poco più che le briciole. Anche oggi, nel circuito indiano di Greater Noida, Vettel non si è risparmiato. Gli sarebbe bastato un quinto posto, forte del vantaggio di 90 punti su Alonso a meno quattro gran premi del termine. E con lo spagnolo fuori dai primi due posti non sarebbe servito nemmeno tagliare il traguardo. Invece ha costruito una gara perfetta, partendo dalla pole position del sabato, capendo i problemi delle gomme morbide, valide per pochissime tornate: pit stop anticipato appena al secondo giro per completare i restanti cinquantotto con due set a mescola media, più performante. Nessuno, forse avrebbe potuto Webber, poi ritirato, è riuscito ad impensierirlo e alla fine il distacco del secondo, Rosberg su Mercedes, ha sfiorato i trenta secondi. Gara sfortunata invece per Alonso, al via un paio di contatti con Webber e Button gli costano una sosta anticipata per la sostituzione dell’alettone anteriore e il danneggiamento della vettura che lo condiziona: alla bandiera a scacchi è solo undicesimo, zero nella casella dei punti. Bene l’altra Ferrari, Massa guadagna la seconda posizione con un grande scatto dalla griglia di partenza, chiuderà quarto ma con l’ultimo gradino del podio, occupato dalla Lotus di Grosejean, davvero a portata di mano. Settimo il futuro ferrarista Raikkonen, che con l’altra Lotus crolla negli ultimi sette giri, con gli pneumatici troppo spremuti: oltre al compagno di scuderia, lo passano anche Perez ed Hamilton. Gli altri Luci ed ombre anche in Mercedes, alla seconda piazza di Rosberg fa da contraltare il sesto posto di Hamilton. È già accaduto diverse volte quest’anno che le prestazioni fossero altalenanti nella stessa gara. Ma il potenziale si conferma competitivo, tant’è che in classifica costruttori è avvenuto il sorpasso sulla Ferrari, ora terza. Per il Cavallino ci saranno comunque ancora tre opportunità per ristabilire le gerarchie. Passo avanti per la McLaren, quinta con il messicano Perez, spesso sulla graticola. Lo smacco alla più quotata Mercedes di Hamilton è stato però forse l’unico momento esaltante di una stagione che definire anonima è un complimento. Quattordicesimo Button, anche lui condizionato dal contatto con Alonso. A chiudere la zona punti, Di Resta, Sutil e Ricciardo. Come detto, Vettel non ha lasciato spazio agli altri, questa in India è stata la sesta vittoria di fila, decima stagionale, trentaseiesima in carriera, impreziosita dall’hat trick comprensivo di pole e giro veloce. E il mezzo minuto su Rosberg sarebbe forse potuto essere più ampio, non sapendo se Sebastian abbia seguito i consigli via radio che gli intimavano di non spingere troppo, visti anche i problemi tecnici sull’altra Red Bull di Webber, costretto ad un ritiro precauzionale. Ma il team tutto ha imparato da errori del passato, dovuti alla frenesia eccessiva, vedi l’incidente fra compagni di squadra nel 2010 in Turchia, che fece sfumare una doppietta. Si era già capito, ma il commento del suo ingegnere a fine gara lo ha suggellato: “You joined the greats”, hai raggiunto i più grandi. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 00:32:18 |
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