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“Di Europa se ne parla molto ma male, solo dal punto di vista economico e mai in modo costruttivo. Poco di politica, pochissimo di cultura”. Dal 3 novembre tornano le Lezioni di Storia all’Auditorium, con il ciclo “L’invenzione dell’Europa” ed il curatore Giuseppe Laterza, in rappresentanza dell’omonima casa editrice, introduce così il programma articolato in nove appuntamenti, che in altrettante domeniche mattina, come “una messa laica” - per usare le parole di Carlo Fuortes, amministratore delegato della Fondazione Musica per Roma – accompagneranno il fedele pubblico. Già, perché dagli inizi nell’ottobre 2006, “con una fila di studenti ed appassionati che sfidava la pioggia”, come ricorda Fuortes, c’è sempre stato il tutto esaurito, con il picco nel 2008 di 10 mila biglietti venduti in poche ore. In tutti questi anni si sono sommate oltre 50 mila presenze, “l’obiettivo è raggiungere le 100 mila con questa edizione”, l’ambizioso traguardo di Aurelio Regina, presidente della Fondazione Musica per Roma. E le prospettive sono buone, se ancor prima della presentazione del programma 250 abbonamenti sono stati confermati “al buio”. Che Europa vogliamo? “Nel pensare al programma abbiamo tenuto in considerazione due guide”, continua Laterza, Jacques Le Goff che scrisse “l’Europa si costruisce, grande speranza che si realizzerà soltanto nella consapevolezza della sua storia”, ed Erik Hobsbawn, dal cui saggio “L’invenzione delle tradizioni” è mutato il titolo della rassegna. Quest’ultimo infatti sosteneva l’arbitrarietà di usi considerati secolari a torto, come ad esempio il kilt, spacciato per costume medievale ma in realtà in voga solo dalla fine del ‘700, o il saluto romano che era praticato in alcune feste primaverili ma la propaganda fascista lo propose come comune abitudine. “Vogliamo un Europa non astratta, partendo dalla storia di luci ed ombre”, prosegue Laterza, che preannuncia una grande varietà di aspetti da trattare, con alcune conferme quali Paolo Di Paolo, prestato dalla scrittura alle vesti di introduttore, e “new entries” come Amedeo Feniello, che parlerà della nascita degli istituti bancari, nell’Italia del Duecento. “Non dobbiamo aspettarci ambienti chiusi e segreti alla Enrico Cuccia”, ironizza lo stesso Feniello, ma i campi di battaglia delle crociate: come e chi li crea, il loro fallimento, congenito nel sistema”. La grande crisi ha aperto un dibattito anche “in maniera emotiva ed irrazionale”, aggiunge Fuortes, in cui si contrappongono diversi sentimenti, fra gli europeisti convinti che continuano a vedere grandi prospettive di crescita socio-economica e chi riconsidera, non sono in Italia, gli aspetti nazionalistici “a volte egoistici” e si sofferma “sull’incapacità di affermazione” per l’eccessivo peso della macchina burocratica, dicotomia che si ripropone ancora più forte nel discorso sulla moneta unica. “Un banchiere statunitense che incontrai confermò che i problemi degli U.S.A. e dell’Ue sono gli stessi, solo che da loro decide uno, da noi in ventisette”, racconta questo aneddoto Regina. Che pensando alle conquiste del continente dal secondo dopoguerra ad oggi, è ottimista nell’augurio che “nel nostro piccolo le lezioni generino in chi le segue una sensazione in cui prevalgano i fattori positivi”.
Biglietteria: singola lezione 9 €, abbonamento intero ciclo 65 € Rinnovo abbonamenti: da lunedì 14 a giovedì 24 ottobre presso il botteghino dell’Auditorium Parco della Musica, dalle 11 alle 18 Info: 06 8024 1281 Programma completo: www.laterza.it; www.auditorium.com |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 00:29:05 |
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