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Finalmente lo ha ammesso, ma non pienamente: il direttore dell’Agenzia delle Entrate Attilio Befera intervistato da Giovanni Minoli per Rdio24 alla domanda: "Crede che esista un’evasione di sopravvivenza" ha risposto: "Penso di si. Ma non so bene, non essendo evasore»" Una risposta laconica che non conforta certamente i tanti evasori per necessità e non per raggiro del sistema fiscale nazionale «Ci sono vari tipi di evasione - ha proseguito durante l'intervista Befera -, noi cerchiamo di combatterli tutti con la massima intensità. In Italia bisogna pagare le imposte e se non ci fosse Equitalia non le pagherebbe nessuno. Che l’evasore sia un parassita della società è un dato di fatto. Vorrei un aggiornamento di quei 100 miliardi di euro di cui si parla sempre mi pare che qualcosa l’abbiamo recuperato, è stata abbattuta la forbice tra il reddito percepito e il reddito dichiarato. Ma l’evasione fa ancora parte della cultura italiana, bisogna cambiarla. Evadere non è furbizia, bisogna insegnarlo alle nuove generazioni. Siamo un Belpaese di evasori, speriamo di cambiare». Ora: se è pur vero che l'evasione fiscale è uno dei grossi granelli nell'ingranaggio dell'Economia del nostro Paese, dubitare che possano esistere casi in cui i contribuenti debbano necessariamente scegliere fra pagare tasse e imposte o sopravvivere, offende globalmente l'intelligenza degli italiani La cautela di Befera non dovrebbe mai portarlo a stare radicalmente attaccato a una visione troppo spostata verso un solo paramentro secco: l'evasione. E senza personalizzare mai le situazioni dei singoli contribuenti, che è ciò che accade da anni nel nostro Paese e ci ha "regalato" anche tanti morti suicidi per la disperazione di vedersi portar via tutto da Equitalia anche quando si sarebbe potuto trovare un metodo più umano di guardare al sistema fiscale D'altra parte, Befera non parla mai di come invece il sistema fiscale del recupero dei crediti messo in mano ad Equitalia, abbia prodotto negli anni il più alto numero di abusi ai danni dei contribuenti. Quelli onesti. Lo scorso Luglio ci aveva provat o Stefano Fassina (PD) a sollevare la questione dell'evasione per necessità durante un convegno di Confcommercio, cui prontamente rispose Matteo Colaninno - E' bene ricordare comunque, la storia di Roberto Tosello, un imprenditore 52enne titolare di un'azienda tessile di Cavarzese - Venezia - la Confezioni Grazia srl. Tosello finìsotto inchiesta per non aver versato al Fisco 220 mila euro di Iva per il 2009 e altre 158 mila per il 2010. Il suo avvocato difensore, Umberto Pauro, è riuscito però a dimostrare che l'evasione nei confronti dello Stato è stata una scelta necessaria per poter pagare gli stipendi ai suoi dipendenti. Tosello doveva decidere: pagare l'Iva o i salari. Ha ovviamente optato per la seconda possibilità. Il giudice del Tribunale di Chioggia, Enrico Ciampaglia, lo ha assolto "perché il fatto non costituisce reato" Ancor oggi nella nostra Costituzione, all'art. 53 si evidenzia che: "Tutti i cittadini sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva" La Costituzione Italiana in effetti, è stata da tempo riformata... Video: dichiarazioni di Attilio Befera del Settembre 2012
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/12/2024 09:59:31 |
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