Sei nella sezione Italia   -> Categoria:  Cronaca  
In ricordo di Gianluca Siani, un giornalista morto per la sua ricerca della verita'

In ricordo di Gianluca Siani, un giornalista morto per la sua ricerca della verita'
Autore: Teresa.Corrado
Data: 23/09/2013

23 settembre 1985, quel giorno la camorra uccideva Giancarlo Siani, giovane cronista de “Il Mattino” che non aveva paura di denunciare sulle pagine del quotidiano, le infiltrazioni camorristiche e le lotte per il dominio della zona. Non aveva paura di fare il nome dei mandanti e nemmeno quello dei clan che terrorizzavano Napoli, la provincia e molto di più.

Lui aveva 26 anni e faceva con passione il suo lavoro, andando a cercare le notizie da solo, nei commissariati, nei sindacati, nelle questure, ovunque le mani dei camorristi potevano arrivare. Andava in giro per le città alla ricerca di notizie senza fermarsi mai, prendendo voci e soprattutto documenti e realtà che poi trasformava in articoli che parlavano di come si muovesse la camorra all’interno delle amministrazioni, per gli appalti dei lavori pubblici, per portare dalla loro parte quei colletti bianchi che facevano girare i soldi in Campania.

Dopo aver lavorato per alcuni anni in periodico, “Osservatorio sulla camorra”, aveva avuto l’opportunità di fare il corrispondente a “Il Mattino” da Torre Annunziata, un paese su cui le mani della camorra erano ovunque, come dimostrava la strage di un anno prima, quando erano morte 8 persone e 20 erano rimaste ferite. Quella era considerata la strage più cruenta della camorra, una zona dove spesso si aveva paura di andare, soprattutto se non si conosceva nessuno. Un terreno fertile che ha visto la sempre più comprensione dei due clan di allora, quello dei Nuvoletta e quello dei Gionta, continuare a spadroneggiare.

Siani era giovane e volenteroso, anche se in quel periodo era un precario della stampa, poiché andava a sostituire i colleghi malati. Una carriera, quella da giornalista, che comincia sempre con una gavetta lunghissima, soprattutto per chi si vuole occupare di cronaca nera.

La sera del 23 settembre, Siani era appena andato via dalla redazione. Era agitato, aveva ricevuto delle informazioni importanti, tanto da confidare che avrebbe potuto scrivere un libro contenente tutte quelle notizie. Ma l’articolo che lo aveva condannato a morte è quello che Siani aveva scritto il 10 giugno 1985 in cui rivelava che l’arresto del boss Valentino Gionta era avvenuto dopo una soffiata del clan alleato, quello dei Nuvoletta.

Per evitare che tutto potesse essere messo in discussione, il clan dei Nuvoletta condanna a morte il giornalista impiccione, in modo da dimostrare che le sue accuse sono infondate. Così, vengono mandati due sicari che lo aspettano tutto il giorno sotto casa, sono Ciro Cappuccio e Armando Del Core, ad armarli sono i boss Angelo Nuvoletta e Luigi Baccante. I due aspettano che rientri a bordo della sua  Citroen Mehari verde e lì gli sparano numerosi colpi di pistola, uccidendolo. Un pentito racconterà che dopo l’uccisione i sicari e i mandanti brinderanno all’evento con una bottiglia di spumante.

Ma la storia di Giancarlo Siani, che potrebbe finire con la sua uccisione, continua perché la camorra non perdona nemmeno dopo la morte. Infiltrazioni e false piste, oltre a portare agli inquirenti false testimonianze su giri che il giovane avrebbe avuto, tanto che alla fine si sospetta che l’omicidio sia a scopo personale. Chi invece non si arrende è il pubblico ministero Armando D’Alterio che legandosi a piccoli indizi, riesce a smascherare il tutto e a portare dietro le sbarre non solo i due sicari, ma anche i boss che lo avevano condannato a morte. Un’inchiesta difficile, ma dal risultato positivo.

Ed oggi, dopo 28 anni, il fratello del giornalista, ha rimesso in moto la sua auto verde, partendo da piazza Leonardo al Vomero per continuare il suo cammino attraverso la città e giungere dinanzi alla sede del quotidiano “Il Mattino” passando per altre zone che hanno visto la morte di altri giornalisti, comunicatori o gente comune. Negli ultimi 50 anni infatti, si contano 26 giornalisti e operatori d’informazione vittime della camorra o solo di passanti uccisi per caso, perché nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il viaggio della Mehari verde, vuole ricordare proprio queste persone, spesso dimenticate. A guidarla sono stati invitati personaggi del mondo del giornalismo, della cultura , della giustizia, legati a Giancarlo Siani, come Don Luigi Ciotti, Giovanni Minoli, che termineranno il piccolo tragitto che partendo dalla casa del giornalista sono giunti alla sede de “Il Mattino”, ultimo luogo di lavoro di Siani. 




Cosa ne pensi?
Login
Inserisci il tuo username e la tua password per loggarti.
Username:


Password:

Remember me:

Non sei ancora iscritto?
Diventa subito uno sComunicato!

Dimenticata la password?
Clicca qui



aaaa

Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito.


Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra.

Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui
I commenti:

Commento 1)
La redazione ed il direttore hanno piacere di rispondere ai commenti dei nostri lettori. Facci sapere cosa ne pensi dell'articolo. La tua opinione è per noi importante.

Commento di: emilia.urso Ip:83.73.103.204 Voto: 7 Data 22/11/2024 10:16:50

Sei iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.

Login
Inserisci il tuo username e la tua password per loggarti.

Username:


Password:

Remember me:

Non sei ancora iscritto?
Diventa subito uno sComunicato!

Dimenticata la password?
Clicca qui

 
Iscrizione newsletter
Inserisci il tuo indirizzo email

Vuoi cancellarti?
Clicca qui
 
 
Search
Ricerca articolo
Ricerca
Dove
Da data
A Data:
Tipo ricerca:
Almeno una parola

Tutte le parole
 
 
Petizioni
Facciamo sentire la nostra voce
Dimettiamoci dalla carica di Cittadini Italiani

Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz



Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
Correlati in Cronaca

Autore: La Redazione
Data: 15/05/2020
E' morto il Maestro Ezio Bosso, aveva 48 anni

Restiamo senza parole per la morte del Maestro Ezio Bosso, esempio di cultura, genialità, capacità artistica ma anche grande cuore, onestà intellettuale e sensibilità umana.

Leggi l'articolo

Autore: Valerio L'Abbate - Redazione Economia
Data: 13/05/2020
Agricoltura: pronti i fondi per rilanciare il settore apistico

In Italia ci sono circa 56.000 apicoltori, con 1,5 milioni di alveari e una produzione annua pari a 23.000 tonnellate concentrate per lo più nelle regioni del Nord, che ci collocano al quarto posto tra i Paesi Ue.

Leggi l'articolo

Autore: Sergio Ragaini - Rubrica LiberaMente
Data: 08/05/2020
Fasi lunari, curve dei contagi e bufale...

Si era generata tanta aspettativa sull’agognata “Fase 2”. molti si aspettavano davvero una libertà di circolazione...

Leggi l'articolo

Autore: Angela Frazzetta - Redazione Cronaca
Data: 04/05/2020
Roma: una donna da fuoco sul balcone al corpo senza vita di un 59enne

Sono stati i vicini ad allertare le forze dell’ordine, quando dalle loro finestre hanno visto l’incendio sul balcone: era il corpo dello sloveno, dato alle fiamme.

Leggi l'articolo
GERENZA: Gli Scomunicati - L'informazione per chi non ha paura e chi ne ha troppa - PluriSet timanale nazionale - Reg. Tribunale di Roma N° 3 del 21 Gennaio 2014
Testata ideata e diretta da Emilia Urso Anfuso. Note legali.  Per informazioni commerciali e per entrare in contatto con la redazione potete chiamare lo 06 92938726 (Tel. e Fax) -