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Malato di HIV di 42 anni muore perche' non trova posto in Ospedale

Malato di HIV di 42 anni muore perche' non trova posto in Ospedale
Autore: Teresa Corrado - Redazione Cronaca
Data: 06/09/2013

 

Muore paziente di 42 anni, affetto da Hiv perché non ci sono posti in ospedale. È accaduto martedì scorso e la direzione generale dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, ha disposto un’indagine interna per capire cosa sia successo, ricostruendo il percorso clinico dell’uomo che non ha trovato posto ne a Salerno e nemmeno in altri tre ospedali della Campania.

Ancora un altro caso di mala sanità, è questo che bisogna registrare anche per l’uomo affetto da hiv.

Possibile che al giorno d’oggi si continui a morire di mala sanità? Possibile che ci siano ancora problemi di posti letto negli ospedali? Si, dichiarano medici e operatori ospedalieri, ci sono problemi grazie ai numerosi tagli, oppure, potremmo chiederci, sono solo persone a cui non si sa a chi affidarle?

Sembra che i pazienti, i malati, siano diventati pacchi da trascinare da un ospedale all’altro, alla ricerca di una giusta collocazione, perché si è pieni di indigenti di cui non si riesce a seguire nemmeno la malattia. Ci troviamo di fronte alla trasformazione dei nostri ospedali in luoghi in cui entri per conoscenze, se fai denunce o se sei spalleggiato da qualche “signorotto”, mentre si è persa quella visione di ospedale come luogo in cui vengono ricoverati e aiutati tutti quelli che ne fanno richiesta.

L’uomo non ha trovato posto perché affetto da hiv e per lui, non c’era una stanza ad hoc che potesse ospitarlo per le sue cure, allora meglio spedirlo da un’altra parte e se poi non trova posto, non è più problema di quell’azienda sanitaria. Invece no, dovrebbe essere tutto il contrario. Quando un paziente si presenta al pronto soccorso, qualsiasi sia la sui malattia, infezione, deve trovare un posto, se non c’è, ce lo creiamo, lasciando da parte anche quegli stereotipi che continuano a essere presenti accanto alle persone affette da hiv. Stare nella stessa stanza o stringere la mano a un malato di hiv non significa infettarsi. Stare attenti alle trasfusioni, al contatto tra sangue, quello può essere pericoloso. E allora forse dovremmo metterci una mano sulla coscienza e riattivare quelle piccole indiscrezioni e tanto odiate misure che vengono utilizzate in Africa o nei paesi poveri, dove via dall’ospedale, non si manda mai nessuno.

VIDEO: una video inchiesta realizzata nel 2009 dentro gli ospedali di Catanzaro, Napoli, Isernia e Venafro, in provincia di Isernia.

 




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