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Sei nella sezione Cultura   -> Categoria:  Arti figurative
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Nessun popolo è completamente lontano e nessuna esperienza è slegata dalle altre. Senza arrivare a scomodare banalmente il noto film di Marco Bellocchio del 1967 – tratto dal libro di Enrico Emanuelli di dieci anni prima – La Cina presenta aspetti di vicinanza con l’Occidente e con la realtà italiana in particolare, caratterizzata da una forte tradizione artistica, letteraria ed artigianale, per un connubio culturale che ha preso corpo grazie alla mostra “Visual China. Realismo figurativo contemporaneo”, al Complesso del Vittoriano dal 4 al 27 settembre. Promossa dalla fondazione China Wuhan Rongbaozhai e dall’Istituto d’Arte Internazionale Meilidao Cina Pechino, con il patrocinio della Regione Lazio, della Provincia di Roma e di Roma Capitale, l’allestimento a cura di Claudio Strinati e Nicolina Bianchi vede l’esposizione di oltre settanta opere realizzate da undici artisti, espressioni creative ricche di sensibilità pittorica e formale di Maestri affermatisi nel panorama internazionale. Ponte Italia-Cina Chi più degli altri può rappresentare il trait d’union fra Italia e Cina è Ma Lin, da anni stabilmente nel nostro paese, nelle cui opere risulta centrale il tema del dialogo – parola presente in ben quattro titoli – da Dialogo Roma-Pechino, sintesi di tradizione e modernità, realizzato nel 2009, al recentissimo Dialogo con Zeus, proprio del 2013. Molti i richiami alle correnti pittoriche europee dell’Ottocento, dagli spogli paesaggi autunnali e invernali quasi fiamminghi di Zhu Xiaoguo alle vedute di Roma, San Pietroburgo e tedesche della giovane Luo Min, classe 1981, fino agli scorci parigini di Xu Mangyao, che nella capitale francese ha vissuto nel triennio 1991-1993. In tutti i casi, frutto dell’osservazione quasi ossessiva di quanto esplorato e fotografato nei viaggi nel Vecchio Continente e dallo studio altrettanto accurato delle tecniche, come l’uso di atmosfere particolarmente scure spezzate da macchie bianche, quasi bagliori, in Liu Xin. A farla da padrone è un iper-realismo esasperato, su tutti spiccano due ritratti di Leng Jun, Ritratto di Xiao Jiang, valore stimato intorno al milione di euro, un olio su tela che per la precisione dei dettagli e la lucentezza può sembrare una fotografia, e Mona Lisa progetto per un sorriso, realizzato invece a matita ma rifinito con pari scrupolosità. Contrasto passato-futuro A fare da contraltare alla nostalgia per una storia del paese che non esiste più, testimoniata da Wang Xinyao con una verticalità caratteristica dell’Oriente, c’è l’apertura verso la modernità presente in Guo Runwen, come in AXing, figura femminile vestita all’occidentale. Ma è soprattutto nella parte della mostra allestita al piano superiore che si può notare una maggiore sperimentazione, stilistica come nell’astrazione formale tendente all’onirico di Chen Zijun - moglie di Guo Runwen - o nel messaggio come per i personaggi di Xin Dongwang, adolescenti e non solo caratterizzati da abiti ed accessori griffati, con uno sguardo perso in direzione di un futuro non ancora chiaro.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 00:45:23 |
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