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Al Silvano Toti Globe Theatre di Roma a Villa Borghese, va in scena, fino all’8 settembre, Riccardo III per la regia di Marco Carniti e del regista sono anche la traduzione e gli adattamenti della tragedia di William Shakespeare. Riccardo III è l’emblema del politico corrotto e corruttore che, attraverso la sua brama di potere è pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo, uccidendo i componenti della sua stessa famiglia, non importa se fratelli, nipoti, mogli, inserendo, ma mano, anche i suoi amici e chi lo ha sostenuto per la salita al trono. La sua fragilità e deformità che lo hanno isolato dalla vita di corte, che invece viene vissuta con spensieratezza dai suoi fratelli e i suoi amici, lo porta alla ricerca di concentrare nelle sue mani l’intero potere, concentrandolo nell’assolutismo che gli permetterà di fare tutto ciò che vuole, alla ricerca di quella vendetta contro chi lo ha lasciato, secondo la sua idea, da solo. Riccardo III è forse il personaggio più negativo che il grande Shakespeare mette in scena, ma la contemporaneità dei suoi personaggi e delle vicende che li circondano, li rendono facili alla contemporaneità della politica moderna. Non a caso nel sottotitolo dello spettacolo vi è scritto: Riccardo III nostro incubo contemporaneo. Si deve omaggiare sicuramente la genialità e originalità di Carniti che ha proposto un Riccardo III impegnativo per tutti i suoi attori, ma anche per tutto ciò che ne avvolge la scena, dai costumi alla scenografia, a volte così realista, dalla musica coinvolgente all’ingresso e uscita dei personaggi. Un lavoro che ha lasciato incantati gli spettatori, tra cui figuravano anche moltissimi giovani, come a sottolineare che il teatro shakespeariano continua ad attirare proseliti per la sua bellezza e attualizzazione di ogni sentimenti mento, nonostante la lunga durata dello spettacolo, più di tre ore in cui i personaggi sono apparsi e spariti dalla scena sempre con un accompagnamento musicale adatto all’avvenimento. La psiche e il continuo cambio di atteggiamento di Riccardo durante l’intera rappresentazione, sono state rappresentate magistralmente da Maurizio Donadoni che con maestria ha saputo portare in scena un personaggio così complesso. Rendendolo suo e riuscendo ad incantare non solo attraverso il dialogo e la voce possente, ma anche con i suoi gesti e movenze. Lo stesso si può affermare per gli altri attor. Tra l’altro nella compagnia si vedono molti volti giovani che riescono ad esprimere le vicende narrate in modo deciso. Non solo per ciò che riguarda i personaggi maschili, intriganti nelle loro alleanze di potere e volontà di guerra e sangue, ma anche in quelli femminili che ripercorrono una narrazione, tra il vero e la finzione, di un pezzo di storia inglese in un periodo molto sanguinoso. Un personaggio che ha colpito molto gli spettatori è stata la regina Margherita, interpretata da Melania Giglio, che ha incantato per presenza scenica e timbro vocale. Una rappresentazione che se già piace perché è teatro shakespeariano, sicuramente appassiona per l’interpretazione della compagnia. Uno spettacolo affascinante in un teatro che per la sua struttura si presta altamente alla rappresentazione del drammaturgo inglese.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 10:03:24 |
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