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Siria: rischio guerra mondiale (?)

Siria: rischio guerra mondiale (?)
Autore: Emanuele La Fonte - Redazione Esteri
Data: 30/08/2013

 

“Un intervento armato vorrebbe dire l’inizio della guerra mondiale”. E' la terribile dichiarazione resa dal Vescovo di Aleppo Antoine Audo a Radio Vaticana

Mentre in Italia si dibatte sulla diatriba relativa alla sentenza di condanna di Silvio Berlusconi o sulla falsa cancellazione dell'IMU tramutata in una non meglio determinata "service tax" che pagheremo tutti, poveri e ricchi, inquilini e proprietari, si stanno decidendo le sorti del mondo e l'incolumità eventuale di miliardi

Gli Asad contano ancora oggi su una alleanza formidabile con l’Iran, la Russia e la Cina, rapporti di vitale importanza per gli scambi commerciali dal momento che la Siria ricopre una posizione geografica strategica confinando con l’Iran, l’Iraq, il Libano, la Giordania, la Turchia e lo stesso Israele ed ha uno sbocco anche sul Mar Mediterraneo

Dalla presa del potere nel '63 in Siria vige la legge marziale. Il conflitto che si è realizzato fra il Presidente Hafiz al-Asade i Fratelli musulmani siriani ha avuto come epigono l’insurrezione della città sunnita di Hama nel 1982, durante la quale il Presidente Hafiz al-Asad ordinò un autentico massacro in cui persero la vita da 20 a 38.000 persone, oltre alla distruzione di monumenti, moschee e i simboli della cultura sunnita: una delle più gravi carneficine registrate nel mondo arabo, tenuto conto delle proporzioni dello Stato e del contesto.

In queste ore la situazione sta rapidamente degenerando a livello internazionale: l'accusa alla Siria di al-Asad di utilizzare armi chimiche contro la popolazione civile non può certamente bastare a risolvere la situazione di conflitto.

L'unica soluzione che appare plausibile è che i governi lavorino a un autentico progetto di pace per tutta l’area del Mediterraneo meridionale e del Medio Oriente affinché vengano riconosciuti i diritti inalienabili dei Popoli alla autodeterminazione, al lavoro e ad una vita giusta e dignitosa.

Barack Obama non ha ancora preso una decisione. Gli USA stanno valutando tutte le opzioni a disposizione. Ma il no dei Comuni sembra incrinare l'asse fra Stati Uniti e l'alleato speciale inglese, che li ha affiancati in ogni importante operazione militare intrapresa da Washington, dall'invasione di Panama del 1989 in poi.

«Continueremo a consultarci con il governo inglese, uno dei nostri alleati più vicini - afferma la Casa Bianca dopo il voto inglese - Le decisioni del presidente Obama saranno guidate da quelli che sono i migliori interessi degli Stati Uniti. Il presidente ritiene che ci siano in gioco interessi per gli Usa e che i Paesi che violano le norme sul divieto di armi chimiche devono essere ritenuti responsabili».

In Europa intanto, mentre la Francia auspica "un'azione proporzionata e ferma" contro Damascol'Italia, attraverso il Ministro degli Affari Esteri Emma Bonino, non interverrà in un tale conflitto e in ogni caso, solo ed esclusivamente dopo un'attenta analisi interna e dopo eventuale decisione delle Nazioni Unite.




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Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz



Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
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