|
|
|
Sei nella sezione Il Direttore   -> Categoria:  Editoriali
|
Sistema: quante volte utilizziamo o leggiamo questo termine? E’ parte del linguaggio comune e sempre più spesso il termine è riferito al complesso reticolato che forma la realtà socio politica. Il Sistema. Letteralmente in effetti, la parola “sistema” “è un insieme di elementi interconnessi tra di loro o con l'ambiente esterno tramite reciproche relazioni, ma che si comporta come un tutt'uno, secondo proprie regole generali. La caratteristica di un sistema può essere l'equilibrio complessivo che si crea fra le singole parti che lo costituiscono. Ogni disciplina ha i suoi propri sistemi, sia a scopo funzionale, che a scopo strutturale/organizzativo, o con intenti di classificazione e ordinamento” come recita l’enciclopedia web Wikipedia. L’equilibrio complessivo che si crea fra le singole parti che lo costituiscono. Esattamente. Nel bene e nel male, il sistema socio politico di una nazione come la nostra, si realizza attraverso un “equilibrio” che è determinato dall’accettazione globale del sistema stesso sia da parte di chi fa sistema sia da parte di chi lo vive. O lo subisce. Da ciò, si evince che: nel caso in cui le parti in gioco non si mettano nella condizione di generare equilibrio e quindi accettazione delle regole del sistema, si viene a determinare una non accettazione del sistema stesso. Detto in parole povere: la popolazione – ad esempio – può sovvertire un sistema inteso come fallace per la grande maggioranza della comunità, ma solo ed esclusivamente negando la propria partecipazione al sistema attraverso la presa in carico di una responsabilità allargata nei confronti dell’intera comunità in cui si vive. Non si può aderire a un sistema se esso minaccia la nazione in cui viene a determinarsi. Rendere possibile – attraverso l’equilibrio delle parti in causa - un sistema fallace, generatore di plurime problematiche legate al territorio, alla società, alla popolazione civile, ai criteri fondamentali della nostra Costituzione, mette ogni singolo cittadino nella condizione di essere reo di complicità al sistema fallace che rende vittime i cittadini al punto da negarne la sovranità, la dignità, il sostegno sociale. Di fronte ai reiterati casi di scandalo nazionale legati al mondo della politica, che vedono coinvolti tutti i parametri possibili passando dalla speculazione alla corruzione alla negazione di fondi economici nei comparti fondamentali per approdare ai diritti umani basici sempre più spesso negati, il cittadino comune al più s’indigna, lasciando l’eventuale soluzione di un sistema fondamentalmente carente di altri due criterio basici che sono quelli dell’onestà e della moralità, ad altri componenti dello stesso sistema per cui ci si indigna sterilmente. Come se chi è reo di aver compromesso la stabilità di un’intera nazione e la salvaguardia dell’esistenza dei cittadini, possa poi porvi rimedio. Tutto del nostro sistema nazionale è ormai talmente compromesso da non permettere oltre deleghe, attese, sterili indignazioni. Il livello di corruzione è tale da non permettere a nessuno di noi di non prendere parte all’assunzione di una responsabilità assoluta e assolutamente necessaria: scardinare i criteri dell’attuale sistema. Per far ciò, non servono le inutili manifestazioni di dissenso – da anni ormai assolutamente inascoltate dalle istituzioni – né i forconi, né le minacce proferite nell’aria. Serve una sola cosa: coesione fra cittadini. Da Nord a Sud, convintamente consapevoli che l’unico modo per sovvertire il sistema in cui viviamo da decenni e che palesemente non corrisponde a un buon sistema nazionale, è unirsi per riappropriarsi intanto del diritto di replica alle istituzioni fallaci e poi, per realizzare un cambiamento netto di rotta del sistema che è parte integrante della vita di ogni singolo cittadino. Riacquisire capacità di negoziazione è il primo criterio utile da rideterminare in fretta: un criterio ormai perso, alienato e che non da diritto a chiedere, argomentare, trattare. Dimenticare o far finta di non sapere che l’individualismo porta solo a maggiori livelli di corruzione e quindi di esasperazione del sistema già inequivocabilmente compromesso è già di per se un reato. Nei confronti di se stessi e di tutta la comunità. Pensateci, la prossima volta che verificherete sulla vostra pelle come in Italia sia ormai praticamente impossibile avere diritto a qualsiasi cosa. Persino vivere. E se pensate fra voi e voi “Io per me e la mia famiglia ho ciò che serve” ripensateci. Fra poco, toglieranno a chi ha, quel poco che è rimasto. E’ scritto nella visione globale delle cose che accadono ormai da tempo e che verosimilmente, stanno per accadere.
|
Cosa ne pensi? |
|
Per commentare l'articolo occorre essere loggati e rispettare la netiquette del sito. Se sei registrato effettua il login dal box qui a sinistra. Se ancora non sei registrato fallo cliccando qui |
I commenti: | |||
Commento
1)
|
|||
Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 23/11/2024 12:35:42 |
Sei
iscritto su Facebook, Twitter o G+?
Commenta e condividi l'articolo direttamente.
Cos'è uno Stato senza i cittadini? Nulla. Cosa sono i cittadini senza lo Stato? La risposta la conosciamo tutti, perchè lo Stato italiano palesemente, sta lasciando alla deriva la motivazione fondamentale della sua stessa esistenz
Quanti di voi conoscono i retroscena della riforma Lorenzin? Tracciati e documentai tutto nel mio libro inchiesta. Pecorelli, l’allora presidente AIFA, volò negli USA con la Ministro Lorenzin, per prendere questo importante incarico, assegnatoci direttamente dagli Stati Uniti: ciò conferma ciò che faccio emergere da anni, e che in pochi capiscono ancora. Le decisioni, in special modo quelle importanti, su economia, fisco, sanità, banche, sicurezza, nel sistema politico ed economico internazionale moderno, non sono prese internamente alle singole nazioni. Esistono trattati, accordi, strategie.
Una sorpresa inaspettata è arrivata con il varo del tanto atteso “Decreto rilancio”: sostegni alle startup che sviluppano videogiochi. In particolare, ai commi dal 15 al 21 dell’articolo 46 del decreto, in tema di sostegni alle startup innovative, si delinea un vero e proprio fondo – denominato First Playable Fund - che sarà creato per sostenere economicamente lo sviluppo del settore.
Ai tempi della Sars il mondo scientifico internazionale concordò su un punto: la diarrea è un veicolo di trasmissione da non sottovalutare, perché fu la causa del contagio nel 20% dei casi. A causa delle scariche di feci molli in pazienti che avevano contratto la malattia, un focolaio di Sars esplose a Hong Kong nel complesso residenziale di Amoy Gardens. Portare le mani alla bocca o agli occhi, dopo una scarica di diarrea, è uno dei fattori di contagio, eppure non se ne parla in maniera diffusa.
“Ogni parola che sapevo”, edito da Mondadori e nelle librerie dal 21 Gennaio. L’ha scritto il collega Andrea Vianello, ex direttore di Rai3 e noto al pubblico per aver condotto, dal 2004 al 2010, la trasmissione televisiva Mi manda Rai3, oltre ad Agorà, Enigma, La strada della verità, il TG2 e infine Rabona nel 2018, trasmissione che ha condotto fino a poco prima che avvenisse il suo dramma, raccontato con umanità e lucidità, tanto da farti sentire dentro la carne e nella profondità dell’anima le sue emozioni.