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La tragedia del mare si replica ogni estate. Ogni volta che ci apprestiamo ad andare in vacanza al mare, facciamo i conti con i barconi che, carichi di immigrati, solcano il Mediterraneo per approdare sulle nostre coste e facciamo i conti anche con le tragedie che questi provocano. L’ultima in ordine di tempo e di oggi. Due morti, tra cui un bambino di 7 anni, sono morti durante la traversata su un gommone che è stato soccorso dal motopesca Atlantide e poi dalla pattuglia Libre della Marina Militare all’interno del Canale di Sicilia. Stipati sul gommone che è affondato subito dopo che gli immigrati sono stati tratti in salvo, 103 somali, tra cui 29 donne, una delle quali incinte. In fuga dal proprio paese, sono apparsi provati dalla lunga traversata. Tra di loro anche la mamma del bambino che non è sopravvissuto al viaggio. La donna, soccorsa, è sotto shock e non ha risposto alle domande. A raccontare della morte dei due, gli stessi somali ai soccorritori, che hanno anche detto di aver abbandonato in mare i corpi. Ma non è l’unico barcone giunto in questi giorni sulle coste italiane. Domenica scorsa è stato soccorso anche un altro barcone, con a bordo 90 somali, sempre nel Canale di Sicilia. Anche loro, una volta giunti a destinazione, sull’isola di Lampedusa, hanno raccontato che tre donne sono morte di stenti durante la traversata che è durata quattro giorni. Giorni in cui, sotto il sole cocente di questo periodo, i barconi hanno lasciato le coste libiche alla ricerca dell’approdo europeo. Ma non solo Lampedusa accoglie gli immigrati. La scorsa notte la Guardia Costiera ha soccorso 136 uomini, 15 donne e due bambine, una di un anno e l’altra di pochi mesi, accompagnandoli al porto di Siracusa. La nazionalità di questi immigrati è eritrea, tranne che per tre uomini che sono egiziani. Sono scattati gli accertamenti su questi ultimi, per scoprire se sono scafisti o veri e propri immigrati. Questo è il cinquantesimo sbarco verificatosi sulle coste siracusane dall’inizio dell’anno. Gli immigrati sono stati ospitati al centro di accoglienza dell’ex istituto Umberto I. Un altro barcone con 96 persone a bordo è stato accompagnato invece, nel porto di Roccella Ionica, sulle coste della Calabria. Su questo viaggiavano 40 uomini, 16 donne e 40 bambini, di nazionalità siriana. Gli immigrati hanno raccontato di essere partiti da un porto siriano a bordo di una nave, ma di essere poi stati fatti scendere su un peschereccio di 15 metri e lasciati in acque internazionali. L’imbarcazione è stata prima individuata da un aereo islandese, poi i migranti sono stati soccorsi da una nave romena e alla fine trasportati su un’unità della guardia costiera, prima di giungere finalmente nel porto di Roccella Ionica. Giunti sulla terraferma sono stati ospitati in una struttura messa a disposizione dal Comune di Roccella Ionica. Anche sulla costa della Locride, dall’inizio dell’anno, si contano 13 sbarchi di immigrati. |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 09:49:35 |
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