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Approvata a maggioranza la mozione che impegna il presidente della Regione e la Giunta ad una serie di "misure urgenti per il contrasto della violenza di genere sulle donne" ormai comunemente chiamato femminicidio". Si è astenuto solo Cangemi. Polemica per le frasi sessiste durante l'intervento della consigliera Marta Bonafoni. A riferirle ai colleghi e ai giornalisti Daniela Bianchi del Gruppo per il Lazio
Solo un consigliere si è astenuto: Giuseppe Emanuele Cangemi. "Contenta e soddisfatta perché è stato un dibattito molto nutrito, lungo e pieno di interventi e di spunti; si vede che abbiamo sollevato un tema che finalmente uomini e donne, consigliere e consiglieri hanno fatto proprio" ha commentato la Bonafoni La mozione è poi stata firmata dai tre presidenti delle commissioni competenti politiche sociali, sanità, cultura e da ultimo della sicurezza "perché la repressione noi dobbiamo combatterla e l'unico modo per farlo è la prevenzione, l'unico elemento su cui possiamo schierarci da subito. Questa mozione intendeva essere un atto celere, all'inizio dei lavori della nuova legislatura - ha spiegato ancora - con il quale il Consiglio chiede l'impegno della giunta rispetto a un tema che, come si evince dal dibattito di oggi, non è un tema risolto. In particolare, con essa si chiede il rifinanziamento dei centri antiviolenza, che nella Regione ci sono, ma sono ancora troppo pochi" ha proseguito la Bonafoni.
Purtroppo però, su un tema tanto sensibile, non è mancato lo "scivolone": mentre in aula era in corso la discussione sulla mozione "qualcuno nei corridoi commentava l'intervento della consigliera proponente, Marta Bonafoni, con un linguaggio molto sessista e con una frase che ho ripetuto anche in aula: 'Le donne non vanno uccise, le donne vanno scopate'". E' quanto ha riferito la consigliera regionale Daniela Bianchi, gruppo Per il Lazio, a margine della discussione in Consiglio, dopo aver raccontato l'episodio anche in Aula, durante il suo intervento. La consigliera ha poi sottolineato che "c'è una questione aperta sulla visione sessista della nostra società". Non è dato sapere il nome di chi ha pronunciato la frase: "Assolutamente non rispondo in tal senso perché ciò che importa davvero "non è tanto la qualifica del ruolo di chi abbia detto questo, quanto il fatto di averla ascoltata in un corridoio come il nostro, dal momento che c'era un dibattito in aula proprio su una mozione che parlava di femminicidio". Marta Bonafoni ha così commentato l'episodio: "Non dobbiamo essere sorpresi, quella battuta potrebbe essere l'ultima riga della mia mozione - ha detto, interpellata dai giornalisti - E' una denuncia ulteriore di quale sia lo stato dell'arte e culturale anche nei luoghi delle istituzioni che sono lo specchio del Paese e viceversa. Io la metterei in calce come quattordicesima firma della mozione che ci dice che il tema è anche qui dentro e quindi, a maggior ragione, dobbiamo affrontarlo" |
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 04/01/2025 22:22:34 |
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