Chiusura del Colosseo dalle 09.00 alle 11.00 per vertenza sindacale. È questo che hanno scoperto i turisti provenienti da più parti d'Italia e del mondo, recandosi a visitare il monumento simbolo della città di Roma. L'Anfiteatro di Flavio era rimasto chiuso anche il 20 giugno dalle 8.30 alle 12.00, sempre per vertenze sindacali, ma a scegliere lo stesso giorno, erano state più sigle sindacali. Domenica 23 giugno, invece, a interrompere il flusso di turisti ci ha pensato il sindacato autonomo Flp che raccoglie oltre il 10% della rappresentanza di settore in tutta Italia.

A spiegare la decisione di questo nuovo stop è il segretario generale Rinaldo Satolli il quale ha dichiarato che oltre ai motivi generali che li accomunano alle vertenze messe in evidenza giovedì 20, loro come sindacato, ne hanno un'altra in atto a Roma, con la Soprintendenza Speciale dei Beni Culturali Archeologici, per l'utilizzo improprio di 70 addetti alla vigilanza e accoglienza e l'utilizzo di una società esterna per la vigilanza, con conseguente ricorso alla Procura della corte dei Conti.

Motivazioni valide, che hanno visto scendere in campo gli addetti che lavorano per i Beni Culturali. Ma le proteste non si fermano qui. Non avendo avuto risposte adeguate, le proteste continueranno anche per la settimana seguente, con le assemblee convocate per il 24 nelle Biblioteche e Archivi d'Italia e per i musei e siti archeologici per il 28 giugno.

Intanto i disagi per la chiusura del Colosseo non sono mancati, ma scene da panico no. I turisti stranieri, dopo aver saputo la notizia, sono rimasti in fila aspettando l'apertura del sito archeologico sotto il sole, ordinatamente.

Il sindaco di Roma Ignazio Marino, ha dovuto affrontare una delle sue prime emergenze, relative alle proteste e a quello che è il vero motore economico della città, il turismo. Ha poi chiesto alla Protezione Civile di distribuire bottiglie d'acqua ai turisti che sono rimasti in fila sotto il sole aspettando l'apertura del Colosseo per poter visitare questa meraviglia.