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L'ente americano National Oceanic and Atmosferic Administration (Noaa) ha da poco diramato I risultati di una verifica sui livelli di concentrazione di C02: la concentrazione di anidride carbonica ha superato le 400 parti per milione (ppm). Un fatto che non accadeva da più di 3 milioni di anni. Il dato è stato registrato lo scorso 9 maggio con la strumentazione posta sul vulcano Mauna Loa, che si trova nelle isole Hawaii. Gli scienziati hanno stimato che gli attuali livelli di concentrazione di CO2 in atmosfera sono stati raggiunti tra i 3,2 e i 5 milioni di anni fa: in pratica, quando le temperature medie erano tra i 3 e i 4 gradi più alte di ora e i due Poli più caldi di 10 gradi centigradi. Settemila anni fa, secondo le rilevazioni sui ghiacci artici, la Terra era a 90 ppm. Nel 1958, da quando sono iniziate misurazioni accurate, il livello era di 316 ppm. I dubbi che la causa dell'incremento e del conseguente global warming sia l'attività umana sono sempre meno. E anche se non mancano gli scettici, da qualche anno l'Agenzia internazionale dell'energia (l'Iea di Parigi) ha stabilito che uno scenario di «stabilizzazione» delle emissioni potrebbe essere a quota 450 ppm, limitando l'aumento delle temperature tra 2 e 2,4 gradi e evitando gli scenari apocalittici che si prospettano: siccità, ondate di calore, inaridimenti, tempeste, innalzamento dei livelli marini. L'Unione Europea ha sempre avuto un occhio attento sulle tematiche legate al clima, ha aderito al protocollo di Kyoto, dotandosi di un sistema di scambi come l'Ets (emission trading scheme) ed ha posto vincoli rigidi alle emissioni – ad esempio - del suo parco auto (il limite al 2020 di 95 grammi di CO2 per chilometro al quale l'industria continentale si è strenuamente opposta). Il Parlamento europeo ha cambiato però ultimamente la direzione fin qui intrapresa, bocciando la proposta di cancellare un pacchetto rilevante di «permessi a inquinare», una mossa che sosterrebbe il prezzo della tonnellata di CO2, da tempo ai minimi. Il motivo del «no» è ovvio: le imprese europee, aggredite dalla crisi finanziaria, non vogliono assolutamente affrontare quelli che – incredibilmente – vengono considerati "costi aggiuntivi" alla gestione d'impresa. Appare paradossale quindi tutta la situazione, che riguarda l'intero pianeta: siamo praticamente agli sgoccioli. L'umanità rischia la sua stessa incolumità, ma in ogni caso, si guarda prima all'economia. Aberrante e illogico… |
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 22/11/2024 23:11:09 |
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