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Politica: la paralisi del rinnovamento...

Politica: la paralisi del rinnovamento...
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 18/04/2013

 

Per decenni in Italia, la popolazione ha lasciato che la politica procedesse in un solo senso: quello – del tutto insensato – di far tabula rasa di qualsiasi concetto aderente al fondamento stesso della parola "Politica"

Si è lasciato fare. Si è permesso che negli ambienti in cui si dovrebbe gestire la vita di ogni singolo cittadino attraverso una oculata e saggia amministrazione delle risorse economiche costantemente sottratte alle tasche della popolazione, ed attraverso regolamentazioni che sostengano i diritti civili, si potesse invece fare altro.

Altro rispetto al ruolo che doveva essere imposto. Altro rispetto al rispetto per ogni singolo componente della cittadinanza. Altro e basta.

Si è concesso a coloro che bene hanno pensato di intraprendere "carriere" politiche, di non fare politic aper il Paese ma per il bene di se stessi. Per accaparrarsi un potere che è all'antitesi del fondamento di Politica in Regime di Democrazia. Forse molti, pensano che la parola "Regime" significhi dittatura, sbagliando totalmente e procedendo verso un senso contrario a qualsiasi regola civile e democratica.

Dovevamo in effetti essere una Repubblica in Regime Democratico. Abbiamo permesso che l'Italia fosse una Repubblica in Regime di potere politico. Una follia in tutti i sensi che, con l'approvazione di quasi tutti, è divenuta una realtà.

In Italia ancora oggi c'è troppa gente che non è in grado di capire, di comprendere le differenze, di fare confusione con le parole: questa diffusa ignoranza – ignora colui che non sa – ha permesso per anni di giungere alla schizofrenica condizione attuale.

Siamo una nazione in Regime di aberrazione totale di qualsiasi concetto vicino a concetti tipicamente legati a una politica degna di portare questo nome.

Per decenni, si è permesso di far si che la cosiddetta "dirigenza" del paese divenisse sempre più dirigente e reggente e la popolazione sempre meno sovrana, libera e dignitosa.

Se si fa poi una analisi breve di come questo sia potuto accadere, non si può non cadere nell'imbarazzo completo: l'Italiano medio infatti, si nutre di parole. Parole senza contenuto. Parole su parole che lasciano spazio solo ad altre parole.

In Italia la popolazione media viene attratta ancor oggi, e nonostante le palesi contraddizioni quotidiane fra le parole dette e i conseguenti fatti mai messi in atto, dalla melodia dei suoni. Una sorta di musica magica che riesce a penetrare nei neuroni, avviluppare l'intero sistema nervoso centrale fino a renderlo perdutamente schiavo di una malattia che oggi appare quasi incurabile.

Per quanto tutto il parterre politico abbia mostrato la parte più indecente di se stesso, l'italiano medio segue le onde, le vibrazioni, i suoni, le voci di quegli stessi individui che tutti hanno portato al disastro.

Il politico medio italiano può tutto: rubare, reiterare furti di denaro pubblico, corrompere, essere corrotto, mantenere un alto livello di nepotismo all'interno del proprio entoruages, guadagnare – senza lavorare – cifre da cardiopalmo, spendere e spandere mentre si chiede al paese di fare la fame, comprare titoli accademici – e di conseguenza rendere possibile l'infame atto di millantato titolo – e tante altre cose che a me, cittadina normale perché onesta, nemmeno vengono tutte in mente.

Ma c'è di più. Nonostante l'orda satanica che ha avviluppato il mondo politico a suon di inchieste, scandali di ogni tipo, corruzioni e collusioni con tutte le cosche malavitose, sono tutti li. Sempre e per sempre compatti, coesi e particolarmente incollati alle solite poltrone.

Ci viene negata la Politica, la pluralità, la sinistra e il concetto di destra o centro. Hanno fatto una spianata totale di tutto. Ci negano governi e Presidenti della Repubblica degni di questo nome. Ci costringono ad agognare un po' di ossigeno per continuare a vivere. E Leggi che sostengano e non uccidano la popolazione.

Tengono tutti col fiato sospeso. In attesa di non si sa bene cosa. Né quando. Un perenne attendere qualcosa che non arriverà mai più: la decenza mista alla dignità.

E' aberrante stare a guardare. Ascoltare frasi di cittadini che nonostante tutto stanno sperando davvero di venir tratti in salvo dai propri peggiori nemici, colpevoli tutti peraltro di aver cagionato i danni che promettono di risolvere.

L'avvento del "nuovo che avanza" è servito. A paralizzare tutto. Ogni partito politico italiano ha fatto percepire alla popolazione una grande, immensa, incredibile volontà di rinnovamento. Parola che oggi ha sostituito la ormai obsoleta "democrazia" che veniva sparata come attraverso mitragliatrici impazzite contro la folla.

Oggi, va di moda il "rinnovamento". La parola però, non la pratica. Al grido di rinnovamento, hanno paralizzato un intero Paese, palesando non solo l'assoluta mancanza di volontà di rinnovarsi davvero, ma l'incapacità di uscire onestamente da ruoli indegni che hanno il solo scopo di affossare ancora ed ancora un paese alla canna del gas.

Non devono nemmeno sbattersi più di tanto a livello comunicativo per convincere quasi tutti che è realmente in atto una "rivoluzione" del sistema: il massimo che fanno – sapendo che molto spesso basta – è mandare nei talk show politici qualche matricola, un qualche neo laureato cui fanno imparare la scaletta a memoria mentre "loro" continuano indisturbati a mietere vittime civili, stringere e cessare accordi, sostenere il proprio potere, marcare territori più ampi.

La paralisi del rinnovamento è il nuovo Regime di una Repubblica mai iniziata e per questo mai evoluta e mai definita.

C'è chi ama pronunciare frasi come "Prima Repubblica e seconda Repubblica". Io vedo solo una nazione da sempre allo sfascio, mai ricostruita dal dopo guerra, mai sviluppata davvero se non per quei periodi in cui alcuni italiani hanno potuto avere qualche agevolazione da molte maniche larghe in campo finanziario: erano i tempi in cui le banche, che si preparavano a cambiare destinazione d'uso (…), concedevano crediti, anche troppi. Per poi – all'improvviso – chiudere tutte le bocchette dell'aria e rendere schiava una intera cittadinanza. Con il sostegno coeso e compatto del mondo politico. Che oggi prende ancora tutti in giro usando la nuova parola del momento: "Rinnovamento"…

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Politica: la paralisi del rinnovamento... by Emilia Urso Anfuso is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.
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Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
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