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Stati Uniti: al Senato il dibattito sulle restrizioni per le armi da fuoco

Stati Uniti: al Senato il dibattito sulle restrizioni per le armi da fuoco
Autore: Gabriele Santoro - Redazione Esteri
Data: 10/04/2013

 
Il senato degli Stati Uniti d'America si prepara a dare il primo voto giovedì 11 aprile ad una riforma restrittiva in materia di armi da fuoco, per cercare di porre un limite alla violenza dilagante secondo i dettami del presidente Barack Obama. L'accordo tra il democratico Joe Manchin e il repubblicano Pat Toomey lascia ben sperare Harry Reid, capogruppo dei Democrats, fiducioso nel raggiungimento di una maggioranza qualificata di 60 senatori che possa evitare il fenomeno del filibustering - l'ostruzionismo. L'attuale composizione della camera alta vede infatti 51 seggi per i democratici, 47 repubblicani e 2 indipendenti. La chiave dell'intesa con una fetta del partito dell'elefante per arrivare a questa votazione sta nei cosiddetti background check, controlli preliminari per chi decidesse di comprare un'arma.
 
Ma anche vincendo questa schermaglia l'amministrazione dovrà combattere per ottenere il consenso dei legislatori, sia per implementare gli accertamenti che per bandire le armi da assalto o i depositi ad alta capacità di munizioni, sfidando la campagna della potente lobby Nra – National Rifle Association. "Gli americani meritano che si voti in questa legislatura", commenta Reid dopo un incontro con i compagni di partito per discutere la strategia da attuare. Ma nonostante la pressione dei sostenitori del maggior controllo, le misure rischiano seriamente di essere respinte. Anche se il 90% dei cittadini si dichiara favorevole alle verifiche preventive all'acquisto, i repubblicani temono che questo si tramuti in una sorta di registro nazionale dei detentori, trovando alleati anche tra i democratici degli Stati più conservatori.
 
Obama, nella speranza di riuscire ad indirizzare il voto, si è recato a Newtown, in Connecticut, teatro dell'ultima strage in ordine temporale lo scorso 14 dicembre, quando nella scuola Sandy Hook l'appena ventenne Adam Lanza uccise 26 persone di cui 20 bambini. I genitori delle vittime hanno tenuto degli incontri in forma privata con i senatori di entrambe le fazioni, per "dare un volto alla tragedia", come affermato da Mark Barden, che in quel giorno maledetto perse il figlio di 7 anni. "Molti ne discutono da un punto di vista intellettuale, noi portiamo la prospettiva personale".
 
Joe Biden, vicepresidente e capo del Senato, si è presentato alla Casa Bianca per spingere le parti ad affrontare il prima possibile il dibattito, "non capisco come cento uomini e donne brillanti non arrivino al punto", l'opinione di Biden. "L'apice di questa tragedia potrebbe essere che nemmeno si arrivi al voto? Pensate che immagine daremmo". "Per troppo tempo l'unica voce alta abbastanza da influenzare il Congresso è stata quella della Nra", rincara la dose il sindaco di New York Bloomberg, "ecco come ci siamo ritrovati con leggi inefficaci che hanno alimentato il paese con una violenza epidemica".
 

Secondo le statistiche pubblicate dal Guardian relative al 2012, gli Stati Uniti hanno un totale di 270 milioni di armi da fuoco, con una media di 88,8 ogni 100 persone. Cifre nemmeno lontanamente paragonabili a quelle di nessun'altra nazione, se pensiamo che al secondo posto c'è lo Yemen con il 54,8% e che paesi con una grande tradizione di caccia come Finlandia o Canada si attestano rispettivamente al 45 e 30%. L'Italia, con 7 milioni di armi, ha una media che sfiora il 12%. Per quanto riguarda il numero di omicidi – sempre per arma da fuoco - gli Usa si trovano quinti con oltre 9 mila, dietro Brasile, più di 34 mila, Colombia, Messico e Venezuela, che oscillano tra gli 11 e 12 mila. Nella terra di Zio Sam il tasso di delitti ogni mille abitanti è relativamente basso (2,97) se paragonato all'America centro-meridionale ed in linea con una zona di guerriglia come Gaza. Ma prendendo come parametro l'Europa il tasso schizza dalle 4 alle 60 volte tanto. Nel vecchio continente questo scende abbondantemente sotto l'unità, dal nostro 0,71 passando per lo 0,2 di Spagna e Danimarca, 0,19 per la Germania, fino allo 0,07 di Inghilterra e Galles, 0,06 per la Francia e lo 0,05 della Norvegia, con appena due assassini nell'anno seguente il massacro perpetrato da Breivik, costato la vita a 77 persone.  

 




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Data:10/08/2013
Categoria:Politica e Governo
Obbiettivo:50000 firme

 
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