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Debito pubblico: fa ormai parte della vita quotidiana di ogni singolo componente di ogni parte del mondo. Siamo tutti “pubblicamente indebitati”. Tutti, nessuno escluso. Pubblicamente indebitati è la formula migliore da utilizzare considerando il tema. Che scotta a qualsiasi latitudine sul pianeta.
Un debito che – parlando ad esempio del debito pubblico nazionale – è destinato a crescere, alimentato dagli stessi enormi interessi che esso stesso genera ogni attimo, secondo, minuto, ora, giorno…
Leggi Finanziarie o di stabilità che dir si voglia: lo capisce persino un bambino di cinque anni che nessun debito può essere estinto se al debito si aggiungono debiti. Non c’era bisogno di esperti, di “tecnici”, di professori. No. C’era – e c’è – bisogno di logica, onestà, trasparenza. Quei criteri che – abbandonati del tutto dai governi internazionali – hanno permesso il grande misfatto. L’indebitamento globale. Dei cittadini del mondo. Altro che globalizzazione positiva.
Ad ogni respiro, ogni cittadino espira un maggior indebitamento. A fine giornata abbiamo inspirato tanto di quel debito da apparire ormai tutti irrimediabilmente malati dell’unica cosa palesemente alla portata di tutti. Il vero cancro oggi, è il debito pubblico. Nazionale, europeo, internazionale, mondiale. E’ la guerra basata sui nuovi metodi. Una guerra che al posto dei carri armati prende forma di banche, lobbies e grandi finanzieri e speculatori.
Che sul giochetto de debito pubblico, incassano somme ingenti, nel mondo virtuale dell’Alta Finanza dove le cifre circolano solo ed esclusivamente nell’unica moneta ormai standardizzata su tutto il pianeta: il sistema informatico dei sistemi finanziari internazionali.
Clik. Clik. E si spostano miliardi. Click. Click. E si affonda una nazione.
Avete presente la battaglia navale? Fatela diventare un gioco globale, informatizzatela, rendetela accessibile a pochi potentissimi lobbisti ed il gioco è fatto.
Stiamo morendo nella prima guerra mondiale virtuale che miete più vittime delle guerre che si combattono con le armi cosiddette “normali” E’ facile compiere veri e propri genocidi se si spinge sul tasto giusto. Costa meno e fa guadagnare molto, ma molto di più.
Eppure, sarebbe facile togliere di netto il debito pubblico in tutte le nazioni, mettere in atto una vera riforma intesa al solo sviluppo delle nazioni e ricominciare. Letteralmente da zero. Liberi da costrizioni e imposizioni che mettono i cittadini comuni nella assoluta non possibilità di poter sfuggire al gioco al massacro. Perpetrato con armi così sottili da non poter essere aggirate né mai sconfitte.
Non sono poche le persone, esperti economisti di fama internazionale - che oggi appoggiano nettamente questa possibilità. Che è meno impossibile di ciò che possa sembrare ad alcuni.
E’ del 16 Ottobre ad esempio. un articolo apparso sul Wall Street Journal dal titolo: “La tentazione della Gran Bretagna” che potete leggere in lingua originale a questo link , che spiega cosa accadrebbe se la Banca di Inghilterra accettasse di cancellare il debito attualmente in essere. (potete tradurre il testo tramite Google Translate
La Gran Bretagna difatti, senza troppo propagandare la cosa, ha messo in atto strategie completamente dissimili da quelle di paesi come l’Italia o la spagna o altre che alimentano quotidianamente da un lato il proprio debito e dall’altro la pressione fiscale che interrompe del tutto qualsiasi criterio di sovranità popolare e libertà civile.
Lo scopo di tutto ciò, lo scopo ultimo ma prioritario, è rendere tutti schiavi del sistema bancario internazionale senza alcuna possibilità di uscita. Il trattato ESM – da poco ratificato anche dall’Italia – è l’elemento supremo di questa inquietante condizione. Ne ho parlato ampiamente in questo articolo tempo fa “Il fondo ‘salva Stati ESM e la dittatura economica” Altro che regimi dittatoriali di vecchia maniera, che oggi appaiono persino all’acqua di rose.
Rendere i cittadini del mondo schiavi attraverso un falso criterio di indebitamento, è la peggiore negazione dei diritti umani che possa mai essere stata architettata e messa in atto. Roba da denuncia collettiva. Peccato non sapere davvero a chi presentarla, una denuncia del genere. In considerazione del fatto che nemmeno L’ONU è dalla parte degli schiavi.
Ci vogliono poveri, ignoranti, stremati. Lo stanno facendo. Lo stiamo permettendo. Avessimo mai avuto un qualche vantaggio da tutto ciò... Invece, ci ritroviamo con territori ormai sfregiati dall'incuria che sono divenuti casse da morto al primo alito malato della natura. Saccheggiati di ogni dignità e rispetto. Indebitati senza aver mai contratto il debito supremo che ci assilla. E' assurdo. Talmente assurdo da essere reale. Come accde sempre più spesso.
A questo punto, una mia personale riflessione. Forse, proprio in questo quadro catastrofico per tutti noi, è possibile una sola via di uscita. Non pagare. Smettere di pagare tutto ciò che non ci viene tolto automaticamente, dallo stipendio o dalla pensione. Smettere – tutti – di versare oboli che, incredibilmente, più vengono onorati, più alimentano debiti e schiavitù.
Basta con l’onorare rate di mutui e prestiti. Stop col pagare tasse universitarie o per i “servizi” che poi nessuno di noi riceve, come nel caso della nettezza urbana: esempio proncipe di come più paghiamo e meno riceviamo. Stop a tutto ciò che è possibile non onorare. Metterei persino – se lo facessimo davvero tutti noi, 45mln di contribuenti – le bollette dei servizi di energia, che, leggendo bene le fatture, ci dissanguano di tasse ed imposte, a fronte di consumi esigui. Scandaloso,. Eppure nessuno ne parla mai. Su una bolletta di 100 euro di luce, 80 sono imposte e tasse. E’ normale andare avanti così?
Di seguito, trovate un documento a mio parre intelligente, che spiega molto semplicemente cosa sia il debito pubblico e come sarebbe possibile uscire dalle trame malefiche operate attraverso di esso.
Se tutti ci accordassimo, potremmo riuscirci.
Qui, una pagina inquietante che mostra in tempo reale cosa accade in Italia sul fronte denaro attimo per attimo
A questo link invece, il debito pubblico italiano dal 1970 ad oggi: chi lo ha creato, alimentandolo...
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 14:58:50 |
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