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Docenti inidonei, esodati, precari: le parole del genocidio di Stato

Docenti inidonei, esodati, precari: le parole del genocidio di Stato
Autore: Emilia Urso Anfuso
Data: 04/08/2012

 
(Video: il presidio dei docenti inidonei)
Inidoneo. Cioè non idoneo a svolgere un compito. Parola al confine fra abile e disabile. Marcatura fra abile e debole. Insostenibile. Per chi si trova in tale condizione. Da sostenere. Se vivessimo in un mondo perfetto. O quantomeno equo.

Invece… Ciò che accade ogni giorno di più, è che questa crisi o pseudo tale, sta rivelando un fattaccio che non conosce compromessi né logiche, né speranza di equità civile.

Con la scusa della crisi infatti, si sta manovrando allo scopo di togliere di mezzo il maggior numero di persone che – a quanto pare – nel nostro sistema economico e politico vengono considerate zavorre. Problemi da eliminare. Granelli negli ingranaggi oliatissimi di un sistema che distrugge tutto ciò che non viene percepito come conveniente.

E poiché – è ormai palese – la convenienza in nazioni come la nostra è a senso unico e stabilisce regole ferree su chi possa aderire a tali convenienze e chi debba essere "espulso" per non creare la più remota possibilità di dissesto di quell'equilibrio infame che adotta metodi da regime totalitarista pur di continuare ad esistere, ecco che di giorno in giorno, si manifesta il misfatto.

Giù botte da orbi. E se non sono i pugni a far male, fa ancor più male dover apprendere che le classi cosiddette disagiate per "colpe" orribili come una malattia grave ed invalidante (…) vengono ormai sistematicamente stralciate dal panorama comune che dovrebbe trovarci ad essere tutti fratelli connazionali. Gli uni uguali agli altri. Da sostenere, in special modo in periodi di caos satanico come quello cui stiamo assistendo e di cui tutti – più o meno – ci stiamo sobbarcando la parte peggiore.

La spartizione della "crisi" economica è presto fatta: gli oneri ai cittadini comuni. Gli onori ai soliti noti. Per "loro" non fa una piega. Per la nazione di chi vive nella realtà del quotidiano vivere, la rabbia estrema sta portando ormai alla totale disaffezione da qualsiasi istituzione nazionale.

"Loro" lo sanno, ma continuano il genocidio di Stato. Sanno anche che – essendo andati molto oltre l'accettabile – potranno ormai far anche di peggio.

E cosa possa esserci di peggio dell'attuale situazione che vede ormai tristemente protagonisti milioni di cittadini incanalati in "settori di catalogazione" come i docenti inidonei, gli esodati, i precari e via elencando, è quasi impossibile oggi immaginare.

Forse, chiederanno alle donne di prostituirsi ed agli uomini di rubare per alimentare le casse dello Stato. Chiederanno probabilmente a chi non è collocabile nelle fasce alte dello status sociale di fare harakiri di modo di togliersi dai coglioni autonomamente. Emetteranno decreti legge che gli permetterà di spazzar via in un sol colpo e con le metodiche che si preferiranno, tutta quell'"inutile e costosa" umanità che staziona sul territorio in attesa di essere aiutata a sopravvivere.

Cosa vogliono raggiungere? Il regime più asfittico che mai genere umano abbia mai nemmeno lontanamente immaginato, forse.

Perché ammesso che due più due faccia sempre quattro .- e non è detto, visto che ormai il caos totale permea in ogni ambito dell'esistenza – non c'è molto da ragionare e riflettere su questo tema.

Di governo in governo, sembra abbiano fatto molte prove generali su quanto possano pretendere dalla gente. Quanto possano ancora stritolare esistenze come si trattasse di mettere zucchero in un caffè. Nulla di più.

Poi magari, se le organizzazioni a sostegno delle varie categorie, se i sindacati e se qualche personaggio politico in cerca di consensi fa rumore, allora ecco che fanno rientrare proposte indegne persino se ci trovassimo nel peggiore girone dell'inferno.

La parola "fine" al peggio non arriva mai e lo sappiamo. Ma questa parola deve essere posta e solo noi, cittadini "comuni" fonte vitale ed energia fondamentale di questo paese che si basa ormai sull'unico criterio della vessazione reiterata nei confronti dei più deboli, possiamo apporla.

E' facile per chiunque far la voce grossa coi deboli. Espressione peraltro di una fragilità che pochi osservano. Pensate sempre, che chi ci chiede ormai ogni goccia di sangue non ha un vero "potere" sulla popolazione. Semmai, ha un potere percepito, che è cosa diversa. E fintantoché questa percezione permarrà nella maggior parte dei cittadini – che ricordo essere un esercito di circa 45mln di contribuenti – ecco che questo gruppicolo di "dirigenti" continuerà a decidere la sorte di ognuno di noi.

Docenti inidonei, precari, disabili, pensionati, esodati. Perle nel meccanismo arrugginito di un sistema fallace. Se solamente ognuna di queste perle si rendesse conto del proprio valore ecco che si ribalterebbe questa aberrazione che sta consentendo a pochi di trascendere ogni logica di Diritto fino a divenire persecutore di coloro che sono in ogni caso, fonte del proprio potere.

Una presa di coscienza, è quello che ci vuole E non da parte di chi governa e gestisce. Bensì – finalmente – da tutti coloro che ogni giorno vedono franare la propria esistenza rendendosi persino convinti di essere il male della comunità in cui vive.

Satanico, per non dire peggio.

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Docenti inidonei, esodati, precari: le parole del genocidio di Stato by Emilia Urso Anfuso is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.




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