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L'Italia è – o meglio era – una nazione con una popolazione abituata alla lotta. Lotte per la sopravvivenza, per i diritti, per il territorio, per quel senso di unità mai davvero concretizzato. L'italiano medio, da sempre, è avvezzo alla sofferenza, a dover tutto ottenere a suon di batoste sonore, eventualmente. A dover dire "grazie" e "sissignore" pure quando l'azione democratica di un Paese, dovrebbe bandire l'obbedienza ed il servilismo a poteri che altrimenti dovrebbero essere chiamati Regime.
Ciò cui stiamo assistendo, per molti versi è storia nota e durevole: la crisi non è roba attuale. C'è sempre stata. Come sempre ci sono state le classi sociali, i ricchi ed i poveri, la gleba e l'aristocrazia, il clero ed i laici. C'era crisi economica, almeno nel senso di una larga fetta di popolazione contadina rispetto alla più ristretta cerchia dei ricchi, prima della seconda guerra mondiale, ed ancor prima ed ancor peggio prima e dopo la prima grande guerra. C'era povertà infinita, disperazione e sfruttamento della forza lavoro nel dopo guerra. Il "boom economico"? L'inizio della catastrofe economica della popolazione. Basata non su un vero sviluppo economico dal basso, bensì sul fondamento "innovativo" che insegnò agli italiani scarpe grosse e cervello fino, l'arte di indebitarsi per ottenere miraggi di ricchezza sotto forma di articoli di consumo che li rendessero il più possibile simili a chi di denaro non aveva penuria. E che dire degli anni '70? La rivolta giovanile aveva comunque al suo interno le stesse richieste, parole e riflessioni su quel radicato senso di precarietà che dalla vita di relazione passava bellamente a quella lavorativa. Tutto simile, uguale a sempre. Poi, l'exploit degli anni '80, anch'esso del tutto fittizio. Basato su una falsa lotta alla corruzione che rese tutti ricchi e tutti poveri nello stesso momento. E poi via via, altre crisi, altri governi, solite priorità, necessità, richieste e riflessioni. L'armata degli invasori italiani, è giunta in settant'anni e passa fino a noi. Invasori travestiti però da gente dabbene, come si diceva una volta. Persone dell'alta borghesia nazionale, che si spingevano oltre la professione solita, per servire lo Stato ossia, la popolazione. Se potessimo per incanto, udire le voci ed i discorsi dei politici, dei grandi imprenditori, dei banchieri e dei professionisti dell'alta Finanza di allora, sentiremmo le stesse frasi, le stesse strategie, le stesse identiche mete da raggiungere: la conquista totale di una Italia – attraverso l'asservimento totale della popolazione – per giungere ad un estremo livello di regime totale mai conosciuto prima. Almeno sul nostro territorio. Di governo in governo, di crisi in crisi, il mondo politico ed economico in Italia, non ha fatto altro se non operare una costante distruzione di tutto ciò che può essere considerato etico e civile. Gli ultimi decenni di storia politica nel nostro paese, non sono stati altri che una sorta di zattera che serviva solo a far transitare da un sistema ad un altro, una Italia da sempre particolarmente compromessa in quanto ad onestà e civiltà nei confronti dei cittadini. Provate a chiedere ai vostri padri ed ai vostri nonni, com'era l'Italia una volta. Vi sentirete rispondere "sempre uguale: non è mai cambiato nulla". Da un invasore ad un altro, ecco la sorte di un popolo avvezzo alla lotta ma solamente se comandati da qualcuno. E quel qualcuno, poteva essere chiunque. Non un eroe, un santo, un onesto intellettuale. No. Il predicatore corrotto di turno. Che da buon oratore sa muovere le masse a propri piacimento fino a consegnare il tutto in altre mani di altri predicatori corrotti e pronti a tutto pur di ottenere per sé ed i propri simili, il massimo agio al minimo sforzo. Punto e a capo. L'attualità, ci conferma tutto questo. Nell'ultima manciata di anni, abbiamo assistito alla distruzione totale del concetto stesso di Politica. La politica ha distrutto se stessa per togliere di mezzo – totalmente – ogni qualsiasi riferimento possibile a questo tema. Ha tagliato ponti e strade, sfracellato passioni, umiliato onori ed onorevoli, per servire – quale ultimo atto osceno – una popolazione completamente sbandata nelle mani dell'ultimo invasore che mette in scena l'epilogo di una storia malsana che parla e straparla di democrazie, unità mai unite, società civile mai sostenuta né riconosciuta come tale. L'ultimo atto, viene messo in mano infatti, al grande burattinaio. Colui che già – con tanti altri – muoveva io fili della storia umana internazionale. Monti il professore, il lobbista, il finanziere, l'amico degli amici, il massone, lo stesso creatore di una lobby che, dal 2005, ha sede a Bruxelles. Colui che tutto può, in compagnia della sua fedele armata di fidi condottieri, che al grido "noi vi salveremo" omettono l'oggetto del salvataggio, ben sapendo che i "salvati" ancora una volta, sono quello sparuto gruppo di intoccabili che stanno ora svendendo per pochi centesimi una Italia che si è fatta soggiogare dalle parole, piuttosto che dai fatti. La crisi? Una grande menzogna, una strategia, un progetto. Le agenzie di rating? Mai una sola che sia indipendente. Messe li, per far giocare i potenti al rialzo o al ribasso, a seconda di come si decida di muovere i fili dei destini umani. E gli umani? Li, zitti e sottomessi, a credere pure che gli asini volino, se a dirlo è il primo paraculo asservito solo a se stesso ed ai poteri che rappresenta. Cui prodest? A chiunque faccia parte degli "ambienti". Quegli ambienti che – per anni ed anni – al solo scriverne ci si beccavano decine di mail con ingiurie di ogni tipo: la scrivente ne è una prova vivente. Guai a parlare di Bilderberg Group, di Trilateral, Di Council on Foreign Relations, di Club di Roma e compagnia briscola, che minimo ti beccavi della "poveretta cospirazionista". Ma si sa, certe "soddisfazioni" purtroppo arrivano, prima o poi. Basta aspettare. Ed ecco che ora, tutto si rivela. Monti Lobbista. Monti grande Finanziere. Monti facente parte di gruppi di potenti, in grado di comandare spread, rovinosi scivoloni di debiti pubblici, nomine di personaggi amici per incarichi ambiti. Re, regine, cavalli, alfieri e pedoni. In una partita a scacchi ormai irrefrenabile e sotto gli occhi di tutti coloro che non si sono fatti del tutto accecare dalle parole e dalla loro stessa ignoranza. Monti, ultimo invasore d'Italia. O meglio: stratega fra gli strateghi, messo lì solo per "mettere ordine" nel disordine di un mondo Politico che vuoi o non vuoi, qualcosa agli elettori deve pur dare in cambio… Mi chiedo, dopo le azioni strategiche per rimettere insieme il gregge di pecoroni quasi sfuggiti dal controllo del sistema, quale sarà il prossimo atto. Quando tutti avremo bevuto l'amaro calice della sconfitta civile, cosa mai potremo attenderci? Non certo un ritorno a "prima". Perché ormai c'è un "prima" ed un "dopo" – eventualmente – Monti. E nulla sarà mai più lo stesso. Ci vorrebbero eroi veri, pronti a tutto pur di aiutare la popolazione intera. Ma il fatto è quasi del tutto impossibile, perché – lo stiamo vedendo – quei rari eventuali "eroi" dei nostri giorni, appaiono tutti presi dallo stesso virus. Emulare coloro che dovrebbero arditamente combattere. Fino a divenirne la copia, semmai persino mal riuscita. E allora? Come sempre, la soluzione sarebbe in ognuno di noi. Che potremmo, singolarmente ma unitamente, sconfiggere ogni forma di invasione, visibile o invisibile, se solo sapessimo guardare oltre il nostro naso, e le parole soffiate al vento e rese nulla dalla costante concretezza dei fatti.
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 24/11/2024 01:47:27 |
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