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Ricordo il profumo dei soldi. Quel profumo di cellule e carta filigranata. E di tasche, portafolgi di pelle – più o meno – e mani profumate o sudaticce. Un profumo non profumo. Particolare. Che non ti va più via dalla memoria, dal naso. Lo riconosci ad occhi chiusi. E poi, lo scricchiolio. I colori. Le figure. Le cifre. Ah, bei tempi quelli in cui il denaro era denaro. La gente era gente. La politica era roba da politici. L'economia da economisti. Bei tempi, quando addirittura il denaro aveva – persino – un controvalore. Oro, argento, pietre preziose. Pezzi di carta di valore. Carta di valore: filigrana, ologrammi, roba da ricchi… Appunto. Poi, non si sa bene quando questo iniziò, la cara e ricca cartamoneta ha cominciato via via a perdere dapprima controvalore – via oro argento e mirra – poi, ad essere destrutturata. Carte di credito, bancomat, carte di debito. Un miscuglio fantastico di chip e microchip. Pochi centimetri di plastica e via. Il mondo in mano. Il debito che sale. Ma tu non te ne accorgi. Presenti la carta magica, la inseriscono in un misterioso lettore di codici alfanumerici e via: una firma e l'atto del comprare è compiuto. Ma ancora di più: la creazione – davvero "creativa" dei tickets acquisto, dei buoni pasto. Inizialmente, li utilizzavamo solo per far la spesa al super o per mangiare durante la pausa pranzo. E che lotte, all'inizio, per farcele accettare come forma di pagamento. Sappiate che oggi, persino alcune prostitute hanno dichiarato di accettarle in pagamento: le utilizzano per fare la spesa al super. Un mercato. Che dal sesso alla Shell, è possibile ottenere con un pezzo di carta o di plastica con tanto di banda elettronica. Ci hanno abituato così, pian piano alla destrutturazione distruttiva del senso della moneta. Mentre, incredibilmente, veniva accresciuto esponenzialmente il valore nominale del denaro. A cartamoneta non corrisponde nella realtà alcun controvalore, se non dato dal fatto che – su quasi tutto il pianeta – viene accettata quotidianamente in pagamento per qualsiasi cosa. Beni e servizi. Pensate che, nell'antichità, per convincere tutti, ma proprio tutti ad utilizzare la cartamoneta, fu imposto persino ai contadini di pagare in denaro e non più in beni – l'antico caro ed oggi ritrovato scambio. Aberrazioni umane che passano dalle imposizioni per un qualcosa che presto o tardi finirà – per motivazioni occulte – proibito. Cancellato. Eliminato. Siamo al passo successivo. Tolto controvalore alla moneta. Ridicolizzatone l'uso a vantaggio dell'avanzare del futuro, con chip e microchip che servivano soltanto a controllare ogni singola mossa del maggior numero di cittadini di questo mondo insano, eccoci al passo successivo. Via la cartamoneta filigranata e con tanto di immagini olografiche anti falsificazione, eccoci ad un nuovo episodio della saga più battuta in ogni angolo del pianeta: quella della forma e sostanza del denaro. Ormai avvilito, censurato, ucciso con la scusa della troppa corruzione, ecco che il denaro cambia volto nuovamente. Ci viene ancora presentato come tale, ma scegliendone una consistenza che ci dirà – questa volta davvero – quanto poco esso valga realmente: plastica! La nuova frontiera di questa inutile consuetudine di scambio fra valori effimeri e beni reali. Plastica si. A porre fine per sempre, nella quotidianità di ognuno, di quella convinzione desueta fatta di valori e controvalori. Ci regalano banconote di plastica svendendocele come massimo criterio possibile di valore attuale di un qualcosa che valore non ha più da tempo. E tutti li a dire "ohhhhh…guarda che incredibile novità". Immagino già, quando la moneta di plastica approderà nei nostri lidi, il sommo gaudio dei tanti convinti che si tratti di vera innovazione. Di trovata speciale. Di arguta capacità creativa. Nessuno si renderà conto del gioco perverso: aver reso palesemente l'inutilità di questi pezzi di carta o plastica che siano. Aver reso lampante l'assurda corsa al maggior accaparramento di qualcosa di talmente effimero da aver fatto impazzire il mondo. Avremo tutti un pezzetto o più di plastica nelle tasche, certi di aver conquistato un pezzo di futuro. Inconsapevoli di aver ucciso per sempre, ogni traccia di realtà legata al valore e controvalore del denaro. Arriveremo finalmente in quella città fantastica che forse ognuno di noi avrebbe voluto raggiungere un tempo: Paperopoli. Dove ogni cosa è possibile e permessa. Persino prendere per il culo tutti, mettendo a tutti in mano un pezzo di nulla e convincendo gli stessi di aver ottenuto molto. Devo essermi persa, tanti anni fa, il numero di Topolino con questa storia. Non me lo ricordo. Non avrei averlo dovuto scrivere io…
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I commenti: | |||
Commento
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Commento di: emilia.urso | Ip:83.73.103.204 | Voto: 7 | Data 21/11/2024 06:43:15 |
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